Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 13 Dicembre 2025
In mostra il sapere della Valmalenco
Fino al 15 dicembre al Bim protagoniste le cave e gli artigiani che lavorano la pietra ollare
Sondrio
Inaugurata sabato 13 dicembre, è visitabile fino a lunedì 15 dicembre, dalle 10 alle 18 con ingresso libero nella sala delle acque del Bim, la mostra “Corpi di pietra. Saperi vivi e pratiche artigianali di lavorazione della pietra”, un’esperienza multisensoriale che intreccia suoni, immagini, narrazioni e gesti raccolti tra cave e botteghe della Valmalenco.
L’esposizione è l’atto conclusivo di “Modellare il tempo. Living Heritage nel territorio alpino”, il progetto promosso dall’Archivio di etnografia e storia sociale di Regione Lombardia, Ersaf, Codici Ricerca e Intervento con la guida di Studio Shift e dedicato alla valorizzazione dei patrimoni immateriali e alla trasmissione dei saperi artigianali alle nuove generazioni. Il progetto ha portato i cinque giovani under 35 selezionati — Andrea Pugliese, Alice Greggio, Tobia Invernizzi Martini, Luca Toscano e Giorgia Navarra — a vivere tre missioni sul campo, tra cave attive, botteghe storiche e luoghi rappresentativi di pratiche e saperi tradizionali, ma anche industrie e siti produttivi. Tra i territori scelti per questa sperimentazione, la Valmalenco è stata al centro di un percorso che ha valorizzato la tradizione della lavorazione della pietra ollare, materiale dalle proprietà termiche uniche, usato per secoli per realizzare utensili domestici, stufe, arredi e oggetti d’arte popolare.
«Siamo orgogliosi come Studio Shift – afferma Alberto Vedovatti – di aver potuto accompagnare con la direzione tecnica questo gruppo di giovani che si sono messi a disposizione, hanno espresso tutte le loro competenze e, quindi, vanno rivolti a loro tutti i complimenti rispetto a questa mostra». “Corpi di pietra”, punto di arrivo dunque di questo lavoro collettivo durato sette mesi, è un percorso che si articola in tre installazioni. Nella sala “Battiti”, un tavolo interattivo accoglie lastre e campioni di pietra che, al tocco, attivano paesaggi sonori raccolti durante la ricerca: colpi di scalpello, voci di artigiani, rumori di cava. «La pietra vibra e parla: volevamo che chiunque potesse ascoltarla con le mani», raccontano Luca Toscano e Tobia Invernizzi Martini. Nella sala “Memorie – Diario di una viaggiatrice” una narrazione attraversabile in quattro frammenti, accompagnata da un piccolo libro, restituisce lo stupore di una giovane che incontra la valle attraverso i gesti degli artigiani. «Le loro mani mi hanno insegnato cosa significa portare un sapere nel corpo», scrive la voce narrante, ideata da Alice Greggio.
E si arriva poi a “Frammenti”: un montaggio audiovisivo che alterna riprese macro della lavorazione, scorci di paesaggio e registrazioni sul campo. La pietra respira, il gesto si ripete, il tempo rallenta. «La materia è viva, e chi la lavora ne segue il ritmo interno», affermano Giorgia Navarra e Andrea Pugliese. Questi tre elementi formano un unico paesaggio sensibile che restituisce la complessità del lavoro artigiano e la relazione profonda tra corpo, materia e memoria.
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