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Martedì 15 Luglio 2025
Turismo in Valtellina, il dossier Utr: crescita solida ma occorre strategia
Secondo il dossier dell’Ufficio territoriale regionale di Sondrio, il turismo resta uno dei pilastri economici della provincia, con oltre 4,2 milioni di presenze nel 2024 e 25.900 addetti. Ancora qualche criticità
Sondrio
Provincia di Sondrio saldamente ancorata all’attività turistica, ma con ampi margini di miglioramento e qualche criticità da superare per diventare vero traino di crescita.
Lo dicono i numeri delle presenze, i dati dell’occupazione, lo racconta la bellezza del territorio insieme all’apprezzamento di chi lo scopre e lo certifica ora anche il dossier dell’Ufficio territoriale regionale (Utr) di Sondrio sullo stato della Valle. Il documento che attraverso informazioni, numeri e analisi, fornisce un quadro dettagliato delle caratteristiche geografiche, ambientali, socio-economiche e infrastrutturali della provincia. «La capacità di ripresa del settore turistico e la diversificazione del tessuto produttivo potrebbero contribuire a rafforzare la resilienza del sistema economico locale nei prossimi anni, anche grazie agli investimenti collegati alle Olimpiadi Invernali 2026» si legge nel dossier.
A pochi mesi dall’evento che accenderà i riflettori internazionali sulle Alpi lombarde, portando grande visibilità per la Valtellina non si tratta solo di farsi trovare pronta, ma anche di decidere che cosa vuole diventare e quale turismo accogliere.
Perché se è vero che l’arrivo dei Giochi rappresenta un’occasione unica, è altrettanto vero - come evidenzia il documento - che le sfide da affrontare sono già tutte sul tavolo: difficoltà a reperire personale, carenza di trasporti pubblici efficienti, offerta ricettiva che, nei momenti di punta, tolte alcune eccezioni, fatica a stare al passo con la domanda, rigidità di apertura in termini di orari di pubblici esercizi e negozi e stagionalità che in alcune località (il documento fa riferimento alla Valchiavenna) è ancora marcata, seppure le presenze autunnali siano in costante aumento grazie soprattutto alle condizioni climatiche favorevoli e alla presenza di eventi enogastronomici e sportivi che favoriscono la destagionalizzazione.
«I turisti – si legge nel dossier - rappresentano un carico di popolazione che si aggiunge a quella residente e che, sotto il profilo dell’offerta, tende ad incidere anche fortemente sulla struttura della rete e sulla tipologia dei servizi territoriali e sociali di competenza dell’ente pubblico».
Il potenziale però non manca. La Valtellina è già oggi una delle mete più amate della Lombardia (quarta in assoluto per arrivi turistici): montagne, laghi, borghi storici, terme, sport outdoor e un patrimonio enogastronomico riconosciuto nel mondo fanno da polo di attrazione. Sempre più viaggiatori scelgono la valle anche per percorsi legati alla cultura del cibo, alla lentezza e alla scoperta autentica del territorio.
Per questo serve una strategia che tenga insieme accoglienza, agricoltura e sostenibilità, intesa quest’ultima anche come possibilità delle popolazioni residenti di rimanere a vivere in montagna. Il turismo può davvero diventare una leva per far rinascere piccoli borghi e valli meno conosciute.
«Il turismo – ricorda il dossier - non è solo vacanza, ma anche lavoro e impresa: coinvolge il 16,7% della forza lavoro locale, con oltre 25.900 addetti. Un’incidenza quasi doppia rispetto alla media lombarda». In tutta la provincia si contano più di 2.500 attività legate all’ospitalità, tra hotel, ristoranti, B&b e altre strutture. In particolare, l’offerta extra-alberghiera (case vacanza, rifugi, agriturismi) cresce in modo significativo, con oltre 500mila arrivi e quasi 2 milioni di presenze, confermando il successo dell’ospitalità diffusa. Serve capire quale modello perseguire. Puntare solo sulla quantità rischia di compromettere la qualità dell’esperienza e la tenuta ambientale dei territori. Al contrario, valorizzare ciò che già funziona - dall’ospitalità diffusa agli eventi culturali e sportivi, dalla rete dei cammini al turismo slow – può diventare la chiave per un turismo più distribuito e competitivo.
I dati più recenti lo confermano: nel 2024 la provincia ha superato i 4,2 milioni di presenze turistiche (+7% rispetto all’anno precedente), con una permanenza media di oltre tre notti per visitatore. Livigno resta il polo più forte, ma la crescita coinvolge tutto il territorio, da Tirano alla Valmalenco, dalla Valchiavenna a Morbegno.
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