
(Foto di Archivio)
Colonna mobile
Tempo sei ore
e si mette all’opera
Può contare sull’impegno di 1.500 volontari - L’assessore Pradella: «Possiamo affrontare ogni tipo di emergenza, anche fuori provincia»
È stata presentata con una dimostrazione pratica la Colonna mobile della Protezione civile di Sondrio, forte di 1.500 volontari e di materiali e mezzi che hanno richiesto nientemeno che lo spazio di due capannoni per poter essere adeguatamente allocati.
«Ci sono stati consegnati mezzi e strumenti a più riprese, dalla Regione, negli ultimi due anni - precisa Giuliano Pradella, assessore provinciale alla partita - e, ora, possiamo dire che la Colonna mobile provinciale si presenta al gran completo con un parco di automezzi, veicoli pesanti, tende e strumenti tecnologicamente avanzati capaci di metterci in grado di affrontare emergenze sia sul nostro territorio sia al di fuori dello stesso. Anche se, è grazie alla Provincia di Sondrio e all’interessamento del suo presidente, Massimo Sertori, se siamo riusciti a trovare spazi adeguati per sistemare in modo consono tutto questo materiale che, va precisato, necessita di costante manutenzione».
È recente, infatti, la messa a disposizione della Protezione civile provinciale di un capannone adeguato a Caiolo, che va ad aggiungersi agli spazi già destinati allo scopo nel Centro polifunzionale per l’emergenza di via Gramsci, a Sondrio. «Questi spazi erano già notevoli - precisa Pradella - , ma non sufficienti a contenere tutta questa mole di materiale e a farlo in modo tale che si possa conservare adeguatamente e possa essere controllata e mantenuta. Perché è fondamentale evitare che, poi, la strumentazione arrugginisca. Ecco, perché l’impegno della Provincia nell’individuare e affidarci spazi aggiuntivi rappresenta un toccasana per la Colonna mobile e la sua operatività».
Al proposito, Pradella, alla presenza anche di Sertori, del consigliere provinciale, Sandro Sozzani, del comandante della Polizia provinciale e dirigente responsabile della Protezione civile, Graziano Amonini, del responsabile del Comitato di coordinamento del volontariato provinciale, Walter Pilatti, e del responsabile della logistica dei gruppi Alpini Ana, Marco Bricalli, ha sottolineato la messa a punto di un’organizzazione interna tale alla Colonna mobile «da permettere la partenza di 150 uomini con relativi mezzi - ha detto - entro 6 ore dalla richiesta che ci perviene dalla nostra direzione regionale. Perché, va ricordato, che noi dipendiamo dai nostri referenti regionali che possono essere chiamati a intervenire dai colleghi di altri territori su cui si manifesta l’emergenza, ferma restando la possibilità di essere attivati direttamente dalla struttura nazionale di Protezione civile».
E tale organizzazione interna alla Colonna Mobile provinciale si deve all’allestimento del Comitato rappresentativo del volontariato di Protezione Civile fortemente voluto proprio da Pradella «per affiancare l’assessorato - dice - nella gestione degli innumerevoli gruppi comunali di Protezione civile, in modo che sia sempre garantito il necessario collegamento fra i gruppi».
Durante la presentazione di sabato, cui erano presenti numerosi volontari giunti da tutto il territorio, è stata data dimostrazione pratica dell’allestimento di una delle dieci tende pneumatiche moderne riscaldabili, collocata proprio dentro il capannone, e sono stati presentati i camion che movimentano e sollevano i container contenenti la cucina mobile, i bagni, le docce, oppure i container vuoti da utilizzare, poi, sul posto, per le necessità del caso.
«Siamo in possesso anche di un container con una unità centrale operativa per le telecomunicazioni trasportabile ovunque - aggiunge Pradella -, al pari di mezzi fuoristrada, ben dieci pulmini, mezzi di movimento terra, gruppi elettrogeni e generatori in grado di illuminare un intero paese. La dotazione, insomma, ora è completa e i volontari sono formati per utilizzarla e per farlo al meglio, in modo efficiente, efficace e tempestivo. Ne abbiamo dato prova anche durante l’alluvione che ha colpito la Liguria dove siamo stati chiamati ad intervenire soprattutto con piccoli mezzi per il movimento terra, dato che si trattava di muoversi in viuzze strette e piene di fango e detriti. Quel che è importante, infatti, - conclude Pradella - è muoversi e agire in modo coordinato spostando sui “target” solo uomini e mezzi necessari allo scopo».
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