Così è morta “mama Marisa”
Morsa da un cane con la rabbia

La volontaria erbese aveva contratto l’infezione in Kenya

Dal 2005 aveva dedicato la sua vita ai bambini abbandonati

È morta per aver contratto la rabbia canina, Marisa Pizzamiglio in Benaglia, la volontaria erbese da anni impegnata in Kenia per assistere i bambini di strada.

Lo ha rilevato l’autopsia effettuata all’ospedale Sacco di Milano, dove la donna di 55 anni, era stata ricoverata il 31 luglio proveniente dall’ospedale di Mombasa già in condizioni gravissime, ormai disperate. Marisa Pizzamiglio è morta qualche giorno dopo.

La tragica sorte di questa coraggiosa donna brianzola ha scosso l’Erbese. Molti conoscono infatti il suo impegno nel “Children Center Tabasamu”, a Majengo, pochi chilometri da Malindi, dove sono assistiti oltre 220 piccoli abbandonati.

Marisa era lì dal 2005 e da qualche anno era la responsabile. Aveva dato tutta se stessa a questa missione.

del marito

Anche se la diagnosi legata alla rabbia canina non attenua certamente il dolore del marito, l’architetto Claudio Benaglia, dei figli, allontana uno spettro terribile. Anche se nessuno aveva osato parlarne era logico, con le allarmanti notizie che ogni giorno giungono dall’Africa centrale, che “Mama Marisa”, come la chiamavano i bambini a Majengo, ipotizzare che avesse contratto l’ebola. Come spiega l’agenzia di stampa keniota un randagio avrebbe morso, o forse solo graffiato, Marisa. La donna probabilmente non deve aver ritenuto di doversi recare da un medico a Malindi, o in ospedale, per una normale “antirabbica”. Così quella che è definita come una delle più antiche malattie del mondo, avrebbe proliferato e portato la donna, lentamente, in uno stato di coma.

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