Lecco: gli artigiani e la crisi

La liquidità assorbe il credito

Alta la necessità di far fronte ad esigenze di cassa, rimane bassa la quota di sofferenze: lo 0,3%.

L’incertezza frena la propensione ad investire

LECCO

In autunno la cooperativa di garanzia di Confartigianato avrà concluso il processo per iniziare a operare nel cosiddetto “regime 107”, cioè sotto i controllo della Banca d’Italia che la equiparerà a tutti gli effetti a un intermediario finanziario, con l’integrazione nel sistema Artigianfidi della Lombardia.

A quel punto il potere contrattuale con le banche e l’azione di garanzia si rafforzeranno con la possibilità, fra l’altro, di aiutare le aziende ad accedere a nuovi prodotti finanziari,

Tuttavia, «il fatto di operare ancora in regime 106 – dice il segretario generale di Confartigianato Lecco Vittorio Tonini – non ha inciso nelle nostre relazioni con le banche e nel peso delle garanzie che riusciamo ad assicurare».

I dati confermano. Nei primi cinque mesi del 2014 Confartigianato Lecco ha garantito il credito bancario ottenuto attraverso la propria cooperativa di garanzia per un importo totale di 5,5 milioni di euro. Ancora una volta si riconferma una grande prevalenza di credito per far fronte a problemi di liquidità (72,19% della quota totale, pari a 87 richieste e un importo di 3,95 milioni di euro).

La quota di investimenti è al 17,2% (930mila euro su 14 richieste), mentre su altre destinazioni va il 10,79% (590mila euro per 16 richieste). Nonostante le difficoltà generali i piccoli imprenditori di Confartigianato onorano i rimborsi, visto che la quota di sofferenza resta invariata intorno allo 0,3%.

Rispetto a maggio 2013 la situazione riflette le difficoltà economiche generali, visto che le richieste per liquidità sono cresciute del 2,31% e quelle per investimenti invece sono calate del 3,43%.

Ad essere calati, a meno che non ci sia un forte recupero da qui all’estate, sono i volumi complessivi visto che nel luglio 2013 il dato delle erogazioni era intorno ai 10 milioni di euro, in una forma di mutualità in cui l’associazione continua a giocare un ruolo molto forte. «Nel livello delle sofferenze – dice il segretario generale di Confartigianato Vittorio Tonini – la situazione rimane molto contenuta, in linea con gli ultimi 4-5 anni. Ciò dimostra che la nostra fase istruttoria di verifica a fondo delle singole pratiche è estremamente rigorosa e tale da rendere certo, per le banche, il rimborso dei finanziamenti da parte delle nostre imprese».

Sul resto, è evidente la minor volontà delle imprese nel rischiare con nuovi investimenti in processi e prodotti, visto anche che «con 14 richieste per un totale di soli 930mila euro è chiaro che i singoli investimenti sono di portata davvero minima».

Ora si guarda a quel che saprà fare la politica nazionale: «Fra banche e imprese – dice Tonini – c’è evidentemente più di un problema perciò, dopo le ultime azioni della Bce, ora confidiamo anche nel fatto che le banche senza più alibi tornino a sostenere l’economia reale, come le ha invitate a fare il presidente Renzi».

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