
Cronaca / Lecco città
Giovedì 07 Agosto 2014
Lecco, il cadavere nella grotta
fa scoprire la città “invisibile”
Il ritrovamento del cadavere di un uomo ha svelato un universo di marginalità e solitudine
Nelle grotte, a 200 metri dal centro cittadino, c’è un rifugio di tanti disperati senza alternative

Un buco, più che una vera e propria grotta. Un anfratto in cui ristagna ancora, forte, acre, l’odore della morte.
È il luogo dove un uomo, ancora sconosciuto, ha perso la vita in circostanze ancora da chiarire: forse qualche indicazione la darà l’autopsia, prevista per oggi.
A stupire è quanto questo luogo sia vicino al centro città, al rione Cappuccini, all’oratorio, alle prime case e attività commerciali. A un tiro di schioppo, come si suol dire.
A cento, duecento metri al massimo in linea d’aria. Siamo quasi sulla verticale del fruttivendolo di via Santo Stefano, degli orti del parco omonimo, dei parchi dell’Aurora San Francesco. Luoghi pieni di gente indaffarata, di ragazzi che corrono, di bambini che giocano.
Nessuno passando per questi luoghi potrebbe immaginare che solo alzando lo sguardo e puntandolo verso il San Martino avrebbe posato gli occhi, involontariamente, sul luogo dove si è consumata una tragedia della solitudine.
Come nella preistoria
Un uomo che, costretto a vivere solo, in un luogo di fortuna, più probabilmente per necessità che per scelta di vita, ha fatto di una grotta, di un anfratto, come nella preistoria, la propria casa.
Per terra i segni di quella vita stroncata chissà da cosa, anche se la morte naturale resta l’ipotesi più probabile.
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