
Cronaca / Tirano e Alta valle
Martedì 07 Gennaio 2014
Omicidio stradale, Uggé:
«Norme ancora più confuse»
«Non saranno i dieci anni di carcerazione previsti in alcune proposte che, come solitamente avviene in concomitanza di tragici eventi, politici o uomini di governo, alla ricerca di visibilità e consensi propongono, a risolvere il problema»

«Il reato di omicidio stradale rischia solo di rendere più confuse le norme, di dare l’illusione di aver affrontato un tema così delicato e che tocca tante persone, senza risolvere il problema».
Questo il pensiero di Paolo Uggé, presidente Fai Conftrasporto e coordinatore della Consulta della sicurezza stradale recentemente ricostituita presso il Cnel, sul nuovo reato di omicidio stradale che il governo dovrebbe introdurre con un disegno di legge, o addirittura un decreto, entro la fine di gennaio.
Inserito in un pacchetto più ampio di nuove norme sulla giustizia, avrebbe come obiettivo principale la tutela di chi attualmente spesso deve attendere anni prima di arrivare alla fine dell’iter processuale. Ma anche la punizione con condanne e sanzioni accessorie più rigorose per chi provoca incidenti mortali.
Secondo Uggè, però, «non saranno i dieci anni di carcerazione previsti in alcune proposte che, come solitamente avviene in concomitanza di tragici eventi, politici o uomini di governo, alla ricerca di visibilità e consensi propongono, a risolvere il problema - dice -. Occorre agire senza lasciare spazi a interpretazioni giuridiche che dipendono dai singoli magistrati».
Questa la ricetta di Uggè, che parla dalla sua casa di Teglio dove torna appena può: «Chi si mette alla guida senza il possesso del titolo di abilitazione o in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, deve essere considerato come chi premedita un omicidio e lo esegue volontariamente - sostiene -. Attenuanti non ce ne devono essere. L’arresto deve essere immediato e trascorso agli arresti fino al pronunciamento con rito abbreviato del tribunale. Le attuali sanzioni devono essere mantenute per chi risultasse superiore ai limiti definiti per legge, ma le nuove norme devono, invece, intervenire sulle disposizioni relative alle pene accessorie e rapportate al danno generato a terzi, senza alcuna possibilità di riduzione».
E aggiunge: «A chi deliberatamente determina danni a terzi deve essere revocata la patente. Lo stesso deve essere soggetto alle pene previste per chi premeditatamente e volontariamente uccide o ferisce una persona». Secondo Uggè solo una norma cosi costruita potrà generare un processo positivo che attui il principio educativo che è uno dei principi che sta alla base del sistema giuridico. «Ad alcuni “censori dell’ultima ora” consiglio di rileggersi quanto più volte proposto su questo tema da chi sia in veste di parlamentare di opposizione che da esperto del Cnel ho avuto modo di avanzare sul tema - lancia una frecciata il presidente di Fai nazionale -. Esistono proposte emendative e dichiarazioni stampa che ho presentato ma che sono sempre frutto di indifferenza».
Nei giorni scorsi anche il presidente dell’Aci provinciale, Giovanni Trinca Colonel, si è detto estremamente scettico sull’iniziativa governativa: «Le regole c’erano già, basterebbe fare applicare quelle».
E se il Governo sta valutando se procedere utilizzando lo strumento formale del decreto o quello del disegno di legge, è la sostanza delle disposizioni contenute nella bozza della norma a non convincere il rappresentante degli automobilisti di Valtellina e Valchiavenna. «La sensazione - ha commentato - è che si tratti di un’iniziativa presa in seguito alle sacrosante proteste dei familiari di alcune vittime della strada. Incidenti gravissimi, ma che devono essere considerati casi di delinquenza vera e propria e non problemi relativi alla circolazione stradale».
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