Cronaca / Sondrio e cintura
Martedì 14 Aprile 2015
Popolari, il gran ballo delle fusioni, Della Vedova: «Tifo per nozze locali»
Dopo l’assemblea del Creval, il senatore torna a chiedere una riflessione sul tema. «Abbiamo due banche straordinarie, non possiamo perdere i centri decisionali».
Difendere il sistema bancario valtellinese puntando sulla fusione dei due istituti. Per governare i processi anziché subirli e continuare ad avere una situazione straordinariamente positiva. Prosegue, nelle settimane delle assemblee di Creval e Bps, il dibattito sulla riforma delle banche popolari e sul futuro dei due istituti sondriesi, e dal senatore tiranese Benedetto Della Vedova arriva un nuovo invito a unire le forze.
«La normativa che impone la trasformazione in Spa delle banche popolari è arrivata dopo tanti anni di discussione e la mia convinzione è che questa legge non potrà essere smontata - spiega l’esponente di Scelta civica -. Disegna uno scenario di contendibilità delle banche stesse, una dinamica che il meccanismo capitario (una testa, un voto, ndr) di fatto precludeva. E non possiamo dimenticare lo scenario più complessivo, con l’unione bancaria e la vigilanza di Francoforte, che spinge verso il consolidamento del settore».
Poi c’è da considerare un fattore tutto locale: la straordinaria presenza nel settore del credito delle aziende valtellinesi. «Abbiamo due banche con la testa a Sondrio e una compagine sociale marcatamente sondriese protagoniste dell’industria del credito italiano. Rappresentano un valore straordinario per l’economia locale. A noi, che osserviamo questa situazione, dal nostro punto di vista ci sembra normale, invece è straordinario. La mia preoccupazione è che questa realtà, che significa occupazione e un punto di forza per tutta l’economia, non venga meno in pochi anni. C’è l’ipotesi che ci si ritrovi ad avere una situazione ordinaria, ad avere filiali di tante banche non valtellinesi, e quindi esterne, come accade già in molti altri territori. Rimarrebbero gli sportelli, ma poi fisiologicamente le funzioni nobili e le direzioni centrali verrebbero inevitabilmente spostate altrove, indipendentemente dalle premesse iniziali».
Secondo Della Vedova ora ci sono due possibilità. «La prima è che le banche popolari pensino di poter gestire il passaggio da istituti cooperativi a Spa mantenendo comunque la propria autonomia societaria. Io non sono un banchiere, ma mi sembra l’opzione più complicata. Oppure, per aumentare le possibilità di avere un’azienda del credito protagonista nel mercato italiano, ma che resti valtellinese, con sede e direzione centrale a Sondrio, ritengo che la scelta migliore sia quella di aggregare le due banche popolari. Auspico, da valtellinese, che Bps e Creval diano vita a un unico istituto, perché la fusione potrebbe portare a un gruppo bancario di dimensioni significative. La Valtellina deve molto al lavoro di Piero Melazzini e Giovanni De Censi, al loro impegno per la costruzione dell’eccezionalità bancaria sondriese, alle loro differenze e alla loro rivalità competitiva. Il modo migliore per preservare il loro lavoro e quello di tutti gli altri manager passati e attuali, e per mantenere un ancoraggio reale al territorio, penso che oggi sia passare dalla competizione alla cooperazione societaria. Naturalmente alla fine decideranno i soci».
E sottolinea il valore straordinario di questa relazione fra banche e territorio. «Per tutti questi motivi, lo vorrei ribadire, mi auguro che la “first option” sia quella di un’aggregazione fra le banche valtellinesi. Certo, c’è la necessità di affrontare delle riflessioni sull’occupazione, sull’integrazione fra esperienze diverse, ma sappiamo anche di essere in un mondo in cui la diversità, se è ben governata, può essere fonte di ricchezza».
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