
Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 28 Agosto 2014
Sertori: «Ecco
i poteri che vogliamo»
La Provincia mette in fila le sue richieste alla Regione sulle “forme particolari di autonomia” - Il documento per la Regione chiede più voce in capitolo per acque, turismo, scuola, sanità e trasporti

Dalle acque ai trasporti, passando per scuola e sanità, la Provincia mette in fila le sue richieste alla Regione sulle “forme particolari di autonomia” previste dalla legge Delrio. Sono elencate in un documento ufficiale che il presidente-commissario della Provincia Massimo Sertori ha presentato ieri, prima di inviarlo al Pirellone in vista della conferenza Stato – Regioni dell’11 settembre: undici punti che secondo palazzo Muzio servono a concretizzare lo “status” assegnato a Sondrio nella riforma.
Nella conferenza di settembre, ha spiegato Sertori, «verranno definite le funzioni che le Regioni trasferiranno alle Province», argomento sul quale con il Pirellone «c’è stato un continuo confronto», ha sottolineato. «La linea è quella di lasciare tutto invariato, poi nel tempo si vedrà – ha spiegato -, tranne per Sondrio, come prevede la Delrio». Di qui nasce il documento che verrà inviato al Pirellone: «Ho sottoposto il testo ai sindaci dei cinque capoluoghi di mandamento – ha sottolineato Sertori – e mi hanno autorizzato a comunicare che lo condividono in toto». Il testo si apre con la rivendicazione dell’«autonomia concessa dalla Costituzione» a Trento e Bolzano, perché «quello dobbiamo avere, per quanto mi riguarda», ha detto Sertori. «Purtroppo sappiamo com’è andata in Senato – ha affermato -, comunque facciamo le nostre rivendicazioni alla Regione».
Il primo punto riguarda la gestione delle acque, con tre proposte: far sì che sia la Provincia ad autorizzare anche le grandi concessioni, nonché a «determinare e incassare» i canoni, e assegnare all’ente «un ruolo attivo» sui rinnovi delle concessioni. Passi in più, ha ricordato Sertori, rispetto ai compiti attuali e ai fondi ora gestiti con l’Accordo quadro di sviluppo territoriale. Il documento richiede poi che venga introdotto un «parere obbligatorio» della Provincia sulle «discipline riguardanti il territorio interamente montano», sugli strumenti di programmazione e sui bandi per l’agricoltura e in tema di turismo, nonché la «potestà regolamentare» per proporre alla Regione «la regolamentazione di specifiche tematiche». È il sistema, ha spiegato Sertori, per assicurarsi che le norme regionali considerino le caratteristiche del territorio montano.
Altri “capitoli” sono dedicati al turismo, con la richiesta di individuare la Provincia come «interlocutore unico» su «programmazione, organizzazione e promozione», e alla questione dei “dominii sciabili”. «Se non si mette mano alla situazione degli impianti, rischiamo di andare in testacoda – ha detto Sertori -, quindi chiediamo di rivedere la definizione di “aree degradate” per le ski area e una normativa ad hoc sugli impianti di risalita, che superi i vincoli sugli aiuti di Stato».
Su alcuni ambiti, poi, la Provincia rivendica la necessità di una gestione autonoma dei servizi: è il caso dei trasporti pubblici, per i quali si chiede un’organizzazione locale, anziché l’agenzia unica con Lecco, Como e Varese. In campo socio-sanitario, invece, il documento propone la creazione di un’«Asl di montagna» di Valtellina, Valchiavenna e Valcamonica, con una deroga alla norma generale in corso di approvazione. E di «deroghe ulteriori» si parla anche per la scuola, sui numeri minimi di istituti e classi, con la richiesta al Pirellone di intervenire con il ministero e l’Ufficio scolastico regionale.
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