Tirano, cronaca di una notte

insieme alle ronde

Abbiamo trascorso la serata insieme a loro per capire come si muovono, cosa fanno, quale sia il loro modo di proteggere le famiglie. E abbiamo capito che fanno sul serio.

TIRANO

Sono le 22 di lunedì sera e le conversazioni via radio, oppure usando altri sistemi più moderni che sfruttano internet si alternano una via l’altra, senza sosta.

Uomini, ma anche donne (impavide) sono già da ore sulle strade del Tiranese e dell’Alta Valle per controllare le abitazioni e i paesi contro la raffica di furti che sembra non conoscere tregua o sosta.

Non vogliono essere “sbirri” per caso, non intendono dare fastidio o creare intralcio alle forze dell’ordine, sono semplicemente volontari che tengono gli occhi aperti e, in caso qualcosa non vada, avvertono le autorità senza intervenire in prima persona.

O almeno così si spera, perché all’esterno il timore è che la situazione sfugga di mano e le conseguenze possano essere peggiori.

Noi ci siamo uniti a loro alla sera, nel momento clou dei controlli e in quello più critico per i colpi dei malviventi, ma i volontari spiegano che il compito che si sono dati, a turnazione, è quello di controllare il territorio 24 ore su 24, con particolare intensità da metà pomeriggio a notte inoltrata.

Non c’è un ritrovo vero e proprio dei “rondisti”, perché i contatti avvengono utilizzando le moderne tecnologie. Non c’è più bisogno di vedersi a quattr’occhi per decidere cosa fare.

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