
Cronaca / Tirano e Alta valle
Mercoledì 04 Settembre 2013
Traforo allo Stelvio
Il Rotary entusiasta
La condivisione di questa idea da parte del segretario nazionale della Lega Lombarda Matteo Salvini e del presidente della provincia di Sondrio Massimo Sertori, ha spinto il Rotary a continuare nella strada intrapresa anni fa

La prima reazione, entusiastica, è del Rotary Club Bormio Contea che da dodici anni continua ininterrottamente a mettere sul tavolo di confronto la necessità del traforo dello Stelvio.
La condivisione di questa idea da parte del segretario nazionale della Lega Lombarda Matteo Salvini e del presidente della provincia di Sondrio Massimo Sertori, ha spinto il Rotary a continuare nella strada intrapresa anni fa.
«Ci fa piacere aver constatato - ha commentato Pino Brianzoni - che condividono ciò che il Rotary promuove dal 2001 al fine di collegare le popolazioni sui tre versanti dello Stelvio separate dalla chiusura delle strade, antiche e moderne. Moderne, come la strada statale 38, che viene chiusa per sette mesi all’anno. Antiche, come la via Imperiale che transitava dalla val Fraele, a Cancano, da alcuni decenni sommersa dalle acque delle dighe che alimentano gli impianti idroelettrici».
E annunciano il primo atto concreto, ovvero un incontro pubblico, già fissato per il prossimo 9 novembre, promosso dai Rotary club dei tre versanti alias Valtellina, val Venosta e val Monastero. Significativo il titolo scelto “Alta Valtellina, nel cuore dell’Europa, esclusa dall’Europa” per un’iniziativa che si auspica di vedere attorno al tavolo di confronto anche i sindaci dei tre versanti. Della necessità di un traforo il Rotary di Bormio aveva parlato ampiamente, presentando le proprie osservazioni al piano territoriale regionale d’area (Ptra).
«La strada statale dello Stelvio inizia a Colico e termina a Bolzano, ma per circa sette mesi all’anno - avevano scritto - resta interrotta per la chiusura del Passo dello Stelvio. Questo rappresenta un grave ostacolo allo sviluppo socio-economico delle popolazioni residenti sui tre versanti perché, durante l’inverno, il territorio dell’alta Valtellina viene isolato dall’Europa (e spesso anche dall’Italia)».
Per dare l’indispensabile continuità alla statale sia verso sud che verso nord, il Rotary aveva chiesto di inserire questo percorso nel Ptra a livello di prioritaria importanza; ora forse sta per arrivare una prima risposta.
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