Affitti brevi, a Lecco aumenti medi del 9% in un anno. Cresce l’offerta in estate

L’analisi di Affitti Brevi Italia evidenzia un mercato dinamico, con un’offerta stagionale e una durata media di 3,1 notti. Aumenta l’attenzione alla qualità.

Lecco

Un tasso di occupazione al 59%, in crescita del 5% su base annua, e una tariffa media che ha toccato i 109 euro a notte, con un +9% rispetto all’anno precedente: è la fotografia del mercato degli affitti brevi a Lecco scattata dall’Ufficio Studi di Affitti Brevi Italia e commentata da Massimo Magni, imprenditore lecchese, Ceo della stessa rete nazionale e titolare dell’agenzia Solo Affitti Lecco. Un comparto, quello delle case vacanze, che nella stagione estiva mostra tutta la sua vitalità – ma anche le sue contraddizioni – in una città dove la pressione turistica è cresciuta più rapidamente della disponibilità ricettiva tradizionale.

«La disponibilità di appartamenti ha assunto un carattere sempre più stagionale – osserva Magni –. In estate l’offerta è aumentata del 14% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, mentre nei mesi autunnali e invernali si è ridotta per via della conversione di alcune unità da locazioni turistiche a locazioni transitorie». Un andamento che riflette una dinamica ormai consolidata: l’uso flessibile degli immobili in funzione della domanda turistica, con un picco nei mesi caldi e un rientro nei circuiti residenziali durante le stagioni di bassa affluenza. Anche la durata media del soggiorno è leggermente aumentata: 3,1 notti per ogni prenotazione, con una crescita del 2%.

A confermare il profilo prevalentemente “short stay” del mercato lecchese sono anche i dati sulla tipologia degli alloggi disponibili: «Il 68% dell’offerta è costituito da monolocali e bilocali – precisa Magni –. Il 27% da trilocali, il 4% da quadrilocali e la parte restante da ville». Ma se la forma resta compatta, le tariffe si diversificano ampiamente in base alla fascia di qualità. Per un bilocale nel solo mese di luglio 2025, si va da un minimo di 76 euro a notte per la fascia economica, fino a 179 euro per le proposte di lusso, passando per segmenti intermedi da 96, 111 e 137 euro a seconda del posizionamento. Una polarizzazione che riflette le esigenze di target turistici diversi, ma anche una crescente attenzione alla qualità dei servizi.

«È importante sottolineare – aggiunge Magni – che sempre più spesso la gestione degli immobili destinati agli affitti brevi è affidata a strutture professionali. Queste realtà, oltre a garantire un servizio qualificato e un’offerta di qualità per il turista, assicurano anche il rispetto di adempimenti e obblighi previsti da normative nazionali sempre più stringenti, un aspetto che tutela sia i proprietari sia la reputazione complessiva della destinazione».

Ma il boom degli affitti brevi non è privo di effetti collaterali. L’espansione del comparto ha inevitabilmente inciso sull’equilibrio del mercato immobiliare locale, comprimendo l’offerta a lungo termine. «Non posso ignorare – ammette Magni – che il fenomeno degli affitti brevi ha ridotto la disponibilità di immobili destinati al mercato residenziale. Tuttavia, il problema va ricondotto soprattutto ai tanti immobili non immessi sul mercato e lasciati chiusi, e a una normativa che penalizza i proprietari se non si sono tutelati con adeguati programmi assicurativi in grado di coprire le mensilità non pagate e i danni».

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