Economia, Sondrio ultima in Lombardia per produttività

La provincia valtellinese è 49esima in Italia

Poche, pochissime grandi imprese, in un tessuto economico caratterizzato da micro, piccole e medie realtà, la provincia di Sondrio paga un conto importante alla produttività: quarantanovesima in Italia e ultima tra le province lombarde con una differenza di 90 euro al giorno rispetto a Milano che diventano circa 26mila euro in un anno. Non poco.

A rimarcare il divario tra l’area metropolitana e il territorio montano valtellinese sono i risultati di una ricerca della Cgia di Mestre, l’associazione degli artigiani e delle piccole imprese Mestre, su dati Prometeia.

Secondo questi dati ogni giorno l’Italia produce 5,8 miliardi di euro di Pil, misurato attraverso la somma dei beni e dei servizi finali generati in un determinato arco temporale. Questi 5,8 miliardi corrispondono a 99 euro giornalieri per ogni cittadino italiano, neonati e ultra centenari compresi.

Secondo la ricerca le differenze regionali sono evidentissime: se infatti in Trentino Alto Adige il Pil per abitante giornaliero è pari a 146 euro, in Lombardia di 131,8 euro, in Valle d’Aosta di 130,1, in Emila Romagna di 118,9 e in Veneto di 110,8, in Campania il Pil pro capite al giorno è di 63,4 euro, in Sicilia di 60,1 e in Calabria di 57,9 euro.

Dal confronto con gli altri Paesi dell’Unione europea l’Italia, che si piazza al dodicesimo posto tra i 27, sconta un gap importante, soprattutto nei confronti del Nord Europa. Se in Lussemburgo la ricchezza giornaliera per abitante è di 336 euro, in Irlanda è di 266, in Danimarca di 179, nei Paesi Bassi di 164, in di Austria 149, in Svezia di 145 e in Belgio di 140.

Una differenza che secondo la Cgia di Mestre è da imputare alla mancanza di grandi imprese. «I Paesi con pochi abitanti, ma con una presenza importante di big company e di attività finanziarie – spiegano -, presentano tendenzialmente livelli di ricchezza nettamente superiori agli altri. Va poi segnalato che l’Italia non dispone più di grandissime imprese e di multinazionali, ma è caratterizzato da un sistema produttivo composto quasi esclusivamente da micro e Pmi ad alta intensità di lavoro che, mediamente, registra livelli di produttività non elevatissimi, eroga retribuzioni più contenute delle aziende di dimensioni superiori, condizionando così l’entità dei consumi, e presenta livelli di investimenti in ricerca /sviluppo inferiori a quelli in capo alle grandi realtà produttive».

In termini di produttività del lavoro, misurata rapportando il Pil al netto delle imposte dirette alle unità di lavoro standard (Ula), nel 2024 il dato medio italiano è pari a 77mila euro, ovvero 210,6 euro medi giornalieri. Anche in questo caso, però, con notevoli differenze territoriali.

Se il Trentino è la regione più virtuosa con 253 euro al giorno e la Lombardia è seconda con 251,4 euro, la Sardegna con 165,7 euro giornalieri, la Calabria con 159,5 euro e la Puglia con 158,2 euro chiudono l’ipotetica graduatoria.

In Lombardia a far segnare la produttività più alta è l’area metropolitana di Milano che con 282,9 euro giornalieri è anche la migliore in Italia. Il capoluogo regionale lombardo può contare su un Pil di 204,4 miliardi di euro, quasi 2 milioni di unità di lavoro standard e una produttività annua per Ula di 103.535 euro. Lodi è terza con una produttività di 253,3 euro, Cremona (246,1 euro) quinta, Lecco (242,1) sesta e Brescia (238,3) ottava: tutte tra le prime dieci nella graduatoria nazionale. Bergamo, è dodicesima con un valore di 236,2 euro, e Monza e Brianza, quattordicesima con 233,5 euro. Più lontane sono Varese, ventottesima con 217,6 euro, Pavia, trentatreesima con 214,5 euro, Como, trentacinquesima con 213,5 euro, e Mantova, trentottesima con 208,7 euro. Ultima è Sondrio, quarantanovesima in Italia con 199,7 euro di produttività, 5,5 miliardi di Pil e 73.105 euro di produttività annua.

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