I tagli del governo sulle strade lecchesi. No dei trasportatori

La categoria critica sulla riduzione di 2 milioni. Battazza: «Già ora una viabilità da terzo mondo». Colato: «Accise e tasse doganali restino in Lombardia»

Lecco

«Questi tagli sono una tragedia». Fernando Battazza, presidente della Federazione autotrasportatori italiani di Lecco, non nasconde la sua preoccupazione di fronte alle conseguenze sulla viabilità lecchese dei tagli ai fondi destinati alla manutenzione straordinaria delle strade operati dal Ministero dei trasporti. Se la scelta sarà confermata, la provincia di Lecco perderà circa 2.3 milioni di euro tra il 2025 e il 2026.

«È impensabile questo taglio – sottolinea Battazza – In provincia di Lecco abbiamo già una viabilità precaria, da terzo mondo. Se ci tolgono anche questi pochi fondi la situazione diventa veramente tragica». Dopo la ferma reazione dell’Unione delle province italiane, negli ultimi giorni il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e diversi esponenti della maggioranza sono intervenuti promettendo di recuperare le risorse saltate, forse già nell’ambito dell’iter di conversione del decreto-legge infrastrutture. «Auspichiamo che il Ministero rivaluti questa decisione. Come autotrasportatori saremo tra i primi a risentire di questa riduzione di risorse» aggiunge Battazza. Se confermati, questi tagli creerebbero una situazione di incertezza che potrebbe avere un impatto importante sul sistema economico. Da un lato, le imprese direttamente coinvolte nei cantieri stradali potrebbero subire le conseguenze dalla riprogrammazione degli interventi da parte delle amministrazioni provinciali, private di risorse che pensavano di ricevere. Dall’altro lato, anche altri operatori economici, a partire proprio dagli autotrasportatori, risentirebbero dell’incertezza creata dai tagli, visto che una riduzione degli interventi di manutenzione straordinaria della rete viabilistica renderebbe la stessa più insicura e sensibile a problemi di natura idrogeologica.

A livello regionale la scure pesa circa 44 milioni di euro per i prossimi due anni. La vicina Provincia di Como, per esempio, dovrebbe ricevere 1.3 milioni invece dei 4.3 milioni attesi. La riduzione di risorse è pari a 4.8 milioni per Bergamo, 3.7 milioni per Monza e 1.4 milioni per Sondrio. In media tutte le provincie e le città metropolitane italiane subiranno un taglio dei fondi attesi per la manutenzione delle strade pari a circa il 70% annuo nel 2025 e nel 2026, al 50% annuo tra il 2027 e il 2029, a quasi la stessa percentuale dal 2030 al 2036. In valori assoluti vengono a mancare 385 milioni per i primi due anni e 1.7 miliardi nel complesso. Questi fondi dovrebbero essere destinati al finanziamento del ponte sullo Stretto di Messina.

«Tagliare le risorse destinate alla manutenzione delle strade – evidenzia Giorgio Colato, segretario regionale della Fai – è una scelta sciocca perché le rende più pericolose. Allo stesso tempo credo che il territorio, ancora prima di difendere le risorse che gli sono state promesse, dovrebbe iniziare a chiedere che ciò che produce rimanga almeno in parte qui. Per esempio, gli introiti della dogana per accise e operazioni doganali ammontano a 600 milioni di euro l’anno tra Como e Lecco. Gli enti territoriali, a partire dalla Camera di Commercio che dovrebbe sostenere l’economia, potrebbero chiedere che almeno il 10% di questi fondi rimanga sul territorio. Sono stato amministratore in Camera di Commercio per vent’anni e si è sempre lavorato di concerto con tutti gli enti del territorio. Ora non è più così».

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