Infermiere licenziate in Bregaglia, il sindacato ticinese procederà per vie legali

Il sindacato Vpod Ticino annuncia azioni legali contro il Centro sanitario Bregaglia «i licenziamenti avvenuti l’11 febbraio scorso, sono disdette abusive».

Chiavenna

«Il sindacato Vpod Ticino ha dato mandato al proprio avvocato per intraprendere le necessarie azioni legali contro il Centro sanitario Bregaglia ritenendo i licenziamenti avvenuti l’11 febbraio scorso, disdette abusive».

Così Fausto Calabretta, segretario del sindacato Vpod Ticino, ha dato conto, in una nota stampa, dell’incrinamento definitivo dei rapporti fra le cinque infermiere licenziate sui due piedi, tutte provenienti dalla Valchiavenna, le parti sindacali che le supportano e la parte datoriale, cioè il consiglio di amministrazione del Centro sanitario Bregaglia.

Una trattativa partita subito dopo le disdette fatte scattare dal direttore del Centro, che ha chiamato in ufficio le cinque infermiere interessate, una per volta, comunicando loro il licenziamento, e che a distanza di tre mesi dalla convocazione appare essersi del tutto arenata.

«Il sindacato Vpod aveva aperto una porta al dialogo - dice Calabretta -, con l’intento di contribuire a superare la grave crisi provocata dal direttore del Centro sanitario che ha licenziato le infermiere senza alcuna giustificazione valida. L’obiettivo era trovare soluzioni concrete e rapide evitando il protrarsi del conflitto. Un incontro col consiglio di amministrazione del Centro sanitario si è svolto, in un clima serio e diretto, e il presidente Maurizio Michael ha riconosciuto, che, se fosse stato coinvolto nella fase decisionale la riduzione del personale avrebbe potuto seguire modalità diverse e non avrebbe avuto un esito tanto dannoso. Si era anche detto disponibile ad avviare un nuovo e più efficace percorso di collaborazione con Vpod per garantire maggiore tutela ai lavoratori ed a cercare soluzioni alternative di impiego alle donne licenziate in altre strutture svizzere, ma il tempo passa e nulla si ode».

Fra il sindacalista e il presidente del Centro sanitario è anche intercorsa recentemente una telefonata «ma ha smentito le aspettative - dice Calabretta -. Le parole sono apparse vaghe, piene di condizionali, di se e di forse, dando l’impressione di voler semplicemente prendere tempo nella speranza che la vicenda cada nel dimenticatoio. E questo atteggiamento volto a rinviare e non a risolvere è inaccettabile».

Di cui il ricorso a vie legali e al contempo, le infermiere, insieme al sindacato, hanno inviato una lettera al municipio della Bregaglia per chiedere un incontro in cui esporre con trasparenza i fatti. Richiesta già presentata in passato, ma rimasta senza seguito.

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