
Economia / Sondrio e cintura
Lunedì 17 Febbraio 2025
“Insieme per la Popolare” risponde all’ad di Bper: «Le parole di Papa ignorano il radicamento con i territori e la modalità con cui opera Bps»
Botta e risposta a distanza tra il ceo della banca modenese Gianni Franco Papa e “Insieme per la Popolare” l’associazione dei piccoli azionisti nata nel 2022. Papa: «Rifiuto più emotivo che razionale». Insieme per la Popolare: «Approccio ostile»
Sondrio
L’offerta pubblica di scambio da 4,3 miliardi di euro lanciata la scorsa settimana da Bper banca sulla Popolare di Sondrio continua a far discutere. È il botta e risposta a distanza tra il ceo della banca modenese Gianni Franco Papa e “Insieme per la Popolare” l’associazione dei piccoli azionisti nata nel 2022 a tenere banco sull’operazione che vede protagonista proprio l’istituto di credito di piazza Garibaldi le cui azioni, intanto, continuano a crescere.
Ad innescare la schermaglia, conclusa con una reazione, piuttosto stizzita, dell’associazione, sono state le parole del ceo di Bper che, a margine del congresso degli operatori dei mercati finanziari, andato in scena a Torino, ha definito la decisione del cda della Popolare di rifiutare l’offerta per proseguire sulla propria strada di crescita autonoma come «una normale reazione più emotiva che razionale» considerando che «mettere assieme due banche così affini e solide farebbe il bene dell’Italia, dei mercati e dei territori in cui operiamo».
«Noi siamo convintissimi che la nostra proposta sia la proposta giusta che valorizza la Popolare di Sondrio per il valore intrinseco – ha detto Papa aggiungendo che, pur essendo presto per valutare eventuali sviluppi, l’offerta rappresenta una proposta attraente - e anzi è un titolo che già godeva di un forte M&A appeal. Poi ovviamente è il mercato che dovrà decidere se la nostra offerta è quella giusta».
Il ceo di Bper ha ribadito che l’Ops lanciata non si limita a un’operazione finanziaria, ma si fonda su un robusto piano industriale pensato per creare un gruppo bancario più grande e competitivo in risposta alla necessità di creare soggetti «più grandi e più solidi» nel sistema bancario europeo, in linea con quanto affermato dal Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Quanto al sostegno ricevuto da alcuni azionisti, a partire da quello di maggioranza Unipol - che detiene la maggioranza anche nella Popolare -, Papa ha aggiunto: «Sicuramente ci ha fatto piacere che il nostro azionista più importante abbia approvato la nostra offerta, dobbiamo ancora fare tanti passi, siamo ancora alla fase iniziale. Vedremo quando saremo alla fine».
Le dichiarazioni di Papa non sono piaciute affatto a “Insieme per la Popolare”. «Le parole dell’ad di Bper, che ritiene che la risposta della Popolare di Sondrio all’Ops sia dettata dall’emozione e non dalla razionalità – si legge nella nota ufficiale diramata questa mattina - presuppongono che gli azionisti, i dirigenti e l’indotto della banca non sappiano valutare oggettivamente la proposta. Questa dichiarazione evidenzia un approccio ostile che ignora, o finge di ignorare, quale sia la realtà della Popolare di Sondrio, il radicamento con i territori e la modalità con cui opera, per cui – aggiunge la nota – visti i numeri che confermano l’efficienza della Popolare superiore a quella di Bper nasce il timore che quest’ultima voglia ora attingere alle qualità di Sondrio per raggiungere i target davvero molto ambiziosi che si è prefissa».
Il cda della Banca Popolare di Sondrio aveva detto no all’offerta pubblica di scambio volontaria totalitaria lanciata da Bper Banca «che per tempistiche e modalità con cui è stata promossa e annunciata, non riflette il percorso di creazione di valore della banca in ottica stand alone. E che anzi produce come risultato il venir meno dell’autonomia giuridica e decisionale della Banca Popolare di Sondrio e quindi di quel ruolo di istituto di riferimento per famiglie, professionisti, imprese di piccole e grandi dimensioni, istituti ed enti locali nei contesti economico-sociali in cui opera, situati nelle aree di maggior ricchezza e dinamismo del Paese». Senza dimenticare che l’ipotesi di accorpamento fa temere per il futuro dei dipendenti.
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