Mercato del lavoro: a luglio assunzioni stabili in provincia di Lecco

Le nuove assunzioni previste sono state 2.260, con un incremento di appena 10 unità rispetto all’anno precedente. Uil: «Restano le incertezze strutturali»

Lecco

A luglio 2025 il mercato del lavoro in provincia di Lecco mostra segnali di sostanziale stabilità rispetto allo stesso mese del 2024. Secondo le rilevazioni del sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal, le nuove assunzioni previste nel lecchese sono state 2.260, con un incremento di appena 10 unità rispetto all’anno precedente. Un dato che, pur mantenendo un profilo positivo, evidenzia l’immobilismo del mercato locale e l’urgenza di affrontare problematiche di fondo.

Lecco si conferma territorio a vocazione industriale: il 40,7% delle nuove attivazioni riguarda il comparto manifatturiero e delle costruzioni, una quota decisamente superiore alla media lombarda (28,3%). Nei servizi si concentra il 57,5% dei contratti, con picchi nel turismo (420 assunzioni) e nei servizi alle imprese (330).

Preoccupano però le caratteristiche delle nuove entrate: ben il 76% dei contratti è a termine, in aumento rispetto al 71% del luglio 2024. Solo il 20% delle assunzioni è a tempo indeterminato, mentre un ulteriore 4% riguarda contratti di apprendistato.

Altro dato allarmante è la difficoltà nel reperire personale: nel Lario (Como e Lecco) il 50% delle imprese segnala criticità, a fronte del 47% a livello lombardo. Nel lecchese la situazione è particolarmente acuta per figure con qualifica professionale: l’80% delle imprese fatica a trovare elettricisti qualificati, il 76,9% lamenta la mancanza di diplomati in elettronica/elettrotecnica, il 64,4% non trova profili con titolo ITS.

Sul fronte delle professionalità più richieste, in cima alla lista ci sono gli addetti alla ristorazione (360 assunzioni), seguiti da operai specializzati nelle costruzioni, nel verde e nella carpenteria metallica. In questi settori è rilevante anche la richiesta di giovani under 29, con quote superiori al 59%.

«I numeri evidenziano una tenuta apparente — afferma Dario Esposito, coordinatore UIL Lario — ma le criticità strutturali restano intatte. Il 76% dei contratti è a termine, le imprese faticano a trovare profili tecnici e molte microfiliere sono escluse dai tavoli di rappresentanza. È tempo di superare l’emergenza per costruire reti territoriali solide, valorizzando distretti storici come il legno-arredo e sostenendo le filiere meno visibili, dal turismo ai servizi alla persona».

Esposito lancia un appello per la creazione di vere e proprie cabine di regia territoriali, dove istituzioni, sindacati, associazioni datoriali e sistema formativo lavorino insieme per favorire percorsi di inserimento qualificato, transizione ecologica e digitale e pieno utilizzo dei fondi europei FSE+ e FESR.

«Serve visione — conclude — e soprattutto gioco di squadra. Nessuno deve restare fuori».

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