
Economia / Sondrio e cintura
Martedì 29 Aprile 2025
Sondrio: Secam chiude il bilancio in attivo, ma restano nubi sul futuro
Sondrio
Un bilancio positivo, il secondo consecutivo dopo i precedenti rossi, per Secam, la società interamente pubblica che si occupa del sistema idrico integrato e dei rifiuti per i comuni valtellinesi, su cui però si addensano nuvole nere.
Nubi che nel 2026 rischiano di tradursi in un altro rovescio. L’assemblea dei soci ha esaminato e approvato, all’unanimità, i conti del 2024 che chiudono con un utile netto di 162.251 euro, in calo rispetto ai 765.198 del 2023. Perché se è vero che i ricavi aumentano - lo sono del 7,7% arrivando a 61,8 milioni di euro -, anche i costi crescono: 6,5 milioni in più per la produzione. Anche per il maggior numero di dipendenti in entrata dalle due società chiuse e quelli assunti per il progetto Pnrr e il servizio di igiene urbana. Il margine operativo migliora di quasi il 3%, mentre l’Ebidt rimane pressoché stabile.
«Continua la lotta al debito finanziario - ha ricordato Andrea Portolani, direttore finanziario -: abbiamo avuto una riduzione del 5,7% del debito complessivo che passa a 56,6 milioni, ma gli oneri finanziari continuano a mantenersi terribilmente alti. Nel 2024 abbiamo pagato 3,3 milioni di interessi con un aumento di 425mila euro nonostante il debito si sia ridotto. Quest’anno dovremmo avere un riassorbimento sia perché grazie al buon andamento gli spread sono stati ridotti di mezzo punto sia perché la congiuntura ci sta aiutando e la Bce continua con il taglio dei tassi di riferimento».
Nonostante la situazione non particolarmente rosea da un punto di vista finanziario gli investimenti sono continuati: 9,127 milioni per il servizio idrico di cui 3,5 cofinanziati. L’evoluzione della gestione per il prossimo anno presenta però qualche incertezza di troppo a causa, ancora una volta, della carenza di liquidità che potrebbe trasformarsi in un problema difficile da gestire. Da gennaio 2026 Secam dovrà, infatti, iniziare a rimborsare il 100% dell’importo delle rate dei mutui pagate dai Comuni maggiorate di una percentuale pari al 20% dell’importo non pagato dal 2020 al 2025, a seguito del piano di rimodulazione delle modalità di rimborso deliberata dall’assemblea dei soci di dicembre 2019. L’ammontare dei mutui da rimborsare ammonta a 26,5 milioni di cui 17 per rate non ancora fatturate relative al periodo 2025-2044. Motivo per cui il cda suggerisce l’aggiornamento del Piano industriale entro la fine dell’anno.
C’è poi da tenere sotto controllo il nuovo metodo tariffario dell’ambiente, perché non si trasformi in un altro “buco” come quello prodotto dal sistema idrico integrato che dal 20123 al 2022 ha lasciato per strada 4 milioni all’anno (36 milioni in tutto) di costi operativi non coperti dalla tariffa. «Un errore – ha detto il presidente Raffaele Pini -, motivo per cui le tensioni finanziarie esistono. Abbiamo lavorato per correggere questi errori riallineando la tariffa, facciamo in modo di non commettere gli stessi sbagli anche per i rifiuti: i pef vanno coperti altrimenti la tariffa non potrà coprire i costi come nell’idrico». Con tutte le conseguenze del caso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA