Tagli alla Pac, l’allarme di Coldiretti

C’era anche la delegazione di Sondrio, guidata dal presidente Sandro Bambini, a Roma all’assemblea nazionale dell’associazione che ha alzato la voce contro la decisione del passaggio al fondo unico tra politiche agricole e di coesione per la pianificazione 2028-2034

Roma

Tagli alla Politica agricola comunitaria (Pac), Coldiretti lancia l’allarme. C’era anche la delegazione di Sondrio, guidata dal presidente Sandro Bambini, a Roma all’assemblea nazionale dell’associazione che ha alzato la voce contro la decisione del passaggio al fondo unico tra politiche agricole e di coesione per la pianificazione 2028-2034.

«Una scelta quella della presidente Von der Leyen – dice Coldiretti - che genererà una perdita secca per le oltre 770mila imprese agricole italiane che ricevono sostegno, compresi gli investimenti, attraverso la Pac». La misura secondo la stima elaborata da Coldiretti su dati Agea avrà effetti potenzialmente disastrosi sulla produzione di cibo, la sicurezza alimentare e la spinta verso l’innovazione e la sostenibilità che in questi anni ha reso l’agricoltura italiana leader in Europa.

All’assemblea nazionale, alla presenza di agricoltori provenienti da tutta Italia, c’erano il presidente nazionale Ettore Prandini, il segretario generale Vincenzo Gesmundo e con loro Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione europea e Commissario per la politica regionale e di coesione, lo sviluppo regionale, le città e le riforme, e Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare.

«Il disegno della presidente tedesca della Commissione Ue di diluire le risorse dell’agricoltura in un unico contenitore dove sarà più facile non far capire quali tagli verranno fatti, ad esempio, per coprire le spese per il riarmo, farà sentire inevitabilmente i suoi effetti sulle aziende che dalla Pac ricevono sostegno anche per garantire sviluppo rurale, tutela dell’ambiente, produzione di energia pulita e presidio delle aree interne» osserva Bambini ricordando la “fragilità” del sistema agricolo montano.

Meno agricoltura in Europa e in Italia significa aumentare le importazioni dall’estero, ed esporre i prezzi del cibo alle fluttuazioni dei mercati, con un impatto devastante sulle tasche dei cittadini.

«La nostra mobilitazione continuerà per fermare questa deriva – sottolinea Gesmundo – perché non possiamo accettare che risorse vengano sottratte all’agricoltura e alla qualità del cibo per destinarle al riarmo, mettendo a rischio anche la salute dei cittadini. Ci opponiamo a chi vuole marginalizzare l’agricoltura. E i numeri sono evidenti: il taglio del 20% della Pac 2028-2034, riduce il peso dell’agricoltura al 14% del bilancio Ue, contro il 30-35% del passato. Tutto questo rappresenta un colpo durissimo per un settore che garantisce salute ai cittadini attraverso il cibo sano. E tutto questo mentre il 70% degli europei, secondo l’Eurobarometro, riconosce alla Pac il merito di garantire prodotti alimentari sicuri e di qualità. Noi chiediamo di tornare ad avere rispetto del Parlamento europeo e regole condivise, per un’Europa democratica e libera, davvero».

«Quella della presidente Von der Leyen è una scelta miope e pericolosa – denuncia Prandini – perché togliere risorse all’agricoltura per finanziare il riarmo mette a rischio la sicurezza alimentare e la pace in Europa. In un contesto segnato da guerre e tensioni globali, servono investimenti sul cibo, non carri armati. Mentre Cina e Stati Uniti investono singolarmente 1.400 miliardi in agricoltura, l’Europa taglia del 20% la Pac, scendendo da 386 a 302 miliardi. È un colpo mortale per un settore che in Italia vale 707 miliardi e dà lavoro a 4 milioni di persone. Non ci rassegniamo: la nostra mobilitazione sarà permanente».

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