Valtellina, l’estate instabile
mette alla prova i vigneti locali

L’altalena del meteo desta preoccupazione per peronospora e altri patogeni. Fondamentale la protezione dei grappoli fino all’invaiatura, cruciale per il raccolto

Sondrio

Dopo un giugno bollente, l’estate prosegue all’insegna della variabilità. A dominare la scena sono stati i contrasti termici e le violente piogge che hanno condizionato non solo la crescita delle viti, ma anche l’equilibrio fitosanitario dei vigneti. E mentre in alcune zone della provincia inizia a intravedersi l’invaiatura, segnale che la maturazione è alle porte, la situazione rimane complessa, con differenze evidenti tra vigneti precoci e tardivi. A fare il punto della situazione è come sempre il bollettino della Fondazione Fojanini di Sondrio.

L’andamento meteo altalenante ha avuto ripercussioni nei vigneti: giugno ha fatto registrare temperature molto superiori alla media storica, con giornate torride alternate a violenti temporali. Luglio non è stato da meno, con sbalzi termici evidenti, picchi di caldo e improvvisi abbassamenti di temperatura - come quello tra l’8 e il 10 luglio, con minime scese sotto i 10 gradi. Le precipitazioni sono state abbondanti e distribuite in maniera più frequente rispetto al mese precedente. Basti pensare che finora sono stati registrati circa 110 mm a Sondrio.

La vite ha proseguito il suo ciclo vegetativo. La fase più comune nei vigneti valtellinesi è attualmente quella della chiusura grappolo, ma nei versanti più caldi e nelle zone di fondovalle si nota già un primo accenno di invaiatura. Tuttavia, come già segnalato, il carico produttivo appare in generale contenuto: in alcuni filari si alternano piante vigorose a viti visibilmente più scariche, segno di un’annata che ha messo alla prova la resilienza delle coltivazioni, soprattutto in quota dove la “filatura” dei grappoli, legata alle basse temperature primaverili, ha inciso sulla conformazione dei frutti.

Se da un lato la sanità complessiva dei grappoli è ancora soddisfacente, dall’altro le recenti condizioni meteo hanno riacceso l’allarme per la peronospora. Dopo una fase di relativa tregua a fine giugno, grazie alle alte temperature che hanno temporaneamente bloccato lo sviluppo del fungo, l’alternanza di piogge e abbassamenti termici ha innescato una nuova fase infettiva, visibile con l’aumento delle tipiche “macchie d’olio” sulle femminelle nella parte alta della chioma.

Un fenomeno da non sottovalutare, anche alla luce di quanto accaduto nel 2023, quando la peronospora provocò danni ingenti nei vigneti valtellinesi. L’esperienza dello scorso anno insegna a non abbassare la guardia: il grappolo, fino all’invaiatura, resta sensibile agli attacchi del fungo, e la protezione deve restare costante, con trattamenti mirati e attenti agli intervalli tra un intervento e l’altro.

I tecnici raccomandano di rimuovere le femminelle colpite e di preservare quelle sane, fondamentali per la fotosintesi nelle settimane cruciali della maturazione. Per ora, i disseccamenti osservati sono contenuti e gli attacchi diretti al grappolo sono rari, ma sarà fondamentale continuare con trattamenti coprenti e tempestivi, in particolare in presenza di rugiada o nuovi eventi piovosi.

Sul fronte delle altre malattie, l’oidio è per il momento sotto controllo e non si segnalano casi particolarmente gravi, ma le attenzioni restano alte. Fa invece la sua comparsa, come ogni estate, il mal dell’esca, che sta manifestandosi in maniera diffusa su diverse varietà con i caratteristici sintomi fogliari. Più difficile da contenere, richiede un approccio preventivo, dalla potatura accurata all’uso di strumenti puliti, fino a un’eventuale gestione selettiva delle piante infette.

Infine, si riaffaccia la tignoletta della vite in alcuni areali della bassa valle, con segnalazioni soprattutto tra Berbenno, Buglio e in parte ad Ardenno. Dopo i danni della seconda generazione, si prevede per inizio agosto un intervento mirato per contrastare la terza ondata dell’insetto. L’attenzione ora si sposta alle prossime settimane: decisive per la qualità del raccolto.

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