
Editoriali / Lecco città
Lunedì 24 Giugno 2013
Il Pdl lecchese con Berlusconi
«Un complotto dei magistrati»
Michela Brambilla «Scandaloso, condanna scritta in anticipo»
Tutti concordi: «Lo vogliono distruggere per via giudiziaria»
La condanna di Berlusconi trova il Pdl lecchese compatto nel giudicare “scandaloso” l’esito del processo.
L’ex ministro del Turismo Michela Brambilla, commissario del Pdl provinciale, è caustica: «È la scandalosa conclusione di un processo illogico e ingiusto, che in condizioni normali non avrebbe neppure dovuto iniziare. Avrei detto “conclusione scontata”, se il collegio giudicante non avesse superato in zelo perfino i Pm. In condizioni normali, infatti, sarebbe difficile ignorare che le presunte vittime dei reati ascritti negano di averli subiti, che non sono costituite parti civili, che decine e decine di testimoni avallano la ricostruzione della difesa, che l’accusa non è sorretta da prove. Ma se l’imputato è Silvio Berlusconi e il rito processuale è quello ambrosiano, la condanna è scritta in anticipo e “a prescindere” e l’unica sorpresa può essere un anno in più».
«Un verdetto politico»
Mauro Piazza, consigliere regionale lecchese, non ha dubbi: « La sentenza è uno straordinario esempio di quando un verdetto si trasforma in un crimine. È sotto gli occhi di tutti l’insussistenza delle basi giuridiche sulle quali era stato imbastito il processo. Erano talmente tranquilli sull’esito del processo, che anche il Pm era andato in vacanza». Piazza parla di sentenza già scritta: «Il problema è che si vuole distruggere Berlusconi per via giudiziaria. Mi chiedo con quale serenità i cittadini possano immaginare di affrontare dei problemi con la giustizia». Piazza si prepara alla protesta: «L’ho fatto prima della sentenza e ho cento motivi in più per farlo ora».
Daniele Nava, presidente della Provincia, parla di «aberrazione giuridica e umana. Berlusconi viene condannato per concussione e prostituzione ma manca la parte lesa e la parte concussa».
«Senza nessuna prova»
Non è questione di giudizio politico: «Sono sicuro che se l’imputato non si fosse chiamato Berlusconi, non sarebbe stato condannato». Anche Filippo Boscagli, capogruppo Pdl in consiglio comunale, concorda: «La condanna è stata addirittura più pesante della già incredibile richiesta dell’accusa». Per Boscagli «il giudizio morale è stato trasformato in reato e pena, senza prove».
Antonio Pasquini, ex vice coordinatore provinciale del Pdl: «Vergognosa la sentenza. Un verdetto politico che non trova riscontro in nessun altro Paese. Detto questo, credo che non ci si possa ancora dividere tra ultras pro Berlusconi e ultras contro. Il Paese ha tanti problemi e tra questi la giustizia». n
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