«Solo in minima parte possiamo dire che queste sono prove generali per le Olimpiadi».
Il prefetto di Sondrio, Anna Pavone sorride nel rilasciare questa dichiarazione al microfono a Piuro, dopo l’arrivo della tappa del Tour de Suisse. Perché se per noi profani l’organizzazione di grandi eventi ciclistici può essere in qualche modo paragonabile alla preparazione di numerose gare olimpiche, per chi si sta occupando quotidianamente di questi appuntamenti, a livello pubblico e privato, la realtà è un po’ diversa. La Valtellina sta lavorando alacremente per non toppare i Giochi invernali. Anzi, l’obiettivo è proprio cavalcarli e riposizionare il brand (come si dice ora) sempre più in alto.
Una scommessa, che fra meno di un anno si potrà intuire se sarà vincente o meno. Il gioco ormai di successo, invece, riguarda il ciclismo e le grandi corse, per cui quest’anno il territorio è assoluto protagonista del movimento internazionale, dopo due tappe del Giro d’Italia (oltre a una con le ebike), un’altra del Tour de Suisse e, a luglio, pure il Giro femminile. D’altronde, se nel Lecchese i malumori per il passaggio del Giro d’Italia non mancano mai, a nord del Lario il passaggio dei ciclisti è visto generalmente in modo positivo. Inoltre uno degli obiettivi della Provincia è quello di incrementare il cicloturismo, per destagionalizzare le presenze, e di conseguenza la maglia rosa è la testimonial d’eccezione. E così l’organizzazione della tappa del tour elvetico a Piuro si incastra perfettamente in un piano ancora più grande. Perché con tutto il rispetto per l’evento rossocrociato – che si inserisce comunque al quarto posto tra le grandi corse internazionali – si parla di un appuntamento semplice per un territorio capace di organizzare senza problemi corse di ben altro livello. Ma il Tour de Suisse è ben altro, di fatto una scommessa.
Piuro fa all in, mettendo in campo centinaia di volontari, capitanati dal sindaco Omar Iacomella e da tutta la sua Amministrazione, per garantire la riuscita dell’evento, anche spostando transenne o aiutando in lavori di fatica gli operai svizzeri. Perché le cascate dell’Acquafraggia sono molto conosciute in Lombardia, ma una furba promozione oltre confine, che per altro dista una manciata di chilometri, può attirare senza problemi i turisti pronti a cambiare i franchi in euro. E il presidente della Provincia, Davide Menegola da tempo strizza l’occhio ai vicini elvetici. Da italiano, si intende, ma ben desideroso di una collaborazione sempre più proficua con le loro istituzioni. E quale promozione migliore per mostrarsi ancora una volta interlocutore affidabile dopo i progetti Interreg ideati, condivisi e già partiti, se non quella di premiare il vincitore di tappa Joao Almeida? Un gesto simbolico, passato sicuramente inosservato al grande pubblico, ma non agli addetti ai lavori del tessuto politico, sociale e imprenditoriale. Tessuto svizzero, ovviamente, perché il Tour in Italia non riscuote alcun interesse, se non quello dei tifosi più appassionati. Ma è proprio questo l’obiettivo, mostrare oltre confine cosa è in grado di fare l’Italia, quella a pochi passi dalla dogana, che parla praticamente lo stesso dialetto, con ha usi e costumi simili. E per una volta, la prima, anche una corsa a tappe organizzata insieme, con anche una curiosa quanto necessaria staffetta tra forze di polizia al passo dello Spluga coordinata da Gigi Negri, il “papà” dei grandi giri in provincia di Sondrio, che ha lavorato più di un anno per questa manifestazione.
Tornando all’inizio, si tratta, probabilmente, di prove generali per grandi eventi simili. Il prefetto Pavone ha ragione nel non voler paragonare davvero Olimpiadi con Giro o Tour de Suisse. Perché sì, Milano Cortina sarà un evento clou irripetibile per questa generazione. Ma Sondrio, la Valtellina (con anche la Valchiavenna) pensano già agli appuntamenti futuri. In qualche modo Menegola lo svela, all’interno di un’intervista: «I grandi eventi quest’anno hanno avuto una grande concentrazione. Se tutto andrà secondo i piani non saranno gli ultimi e l’anno prossimo avremo soddisfazioni e sorprese». Se sono rose fioriranno. Ancora meglio se davanti a un filare di vite.
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