
La diatriba “Colico passa con Sondrio” versus “Colico rimane con Lecco” mi appassiona poco, e ancor meno mi compete darne un giudizio tecnico.
Riconosco ragioni potenzialmente valide nell’una e nell’altra visione, e ritengo che la politica locale da un lato, e i cittadini dall’altro, possano e debbano orientarsi fra le due alternative valutandone strategicamente pro e contro. Sic, simpliciter. Quello che certamente più mi compete è osservare ed entrare nel merito di ciò che queste “visioni”, in qualche caso, fanno emergere. E sono visioni poco lucide, per dirla eufemisticamente. Mi riferisco a un post di “Colico Provincia di Sondrio” di qualche giorno fa, in cui la soluzione che tifa per un cambio strategico di provincia viene caldeggiata affermando letteralmente “Lecco vocazione manifatturiera (vecchia economia) vs Sondrio vocazione turistica/montana (economia futura)”, anche aggiungendo a maggior chiarezza «preferite lamiera e smog alla natura e al turismo sostenibile che paga?».
Gli hashtag finali, # EconomiaVecchia, # NOalfuturo, # SondrioAvanguardia, # AncoratiAlPassato, ben sintetizzano i concetti espressi. Posto che Colico non mi risulta potrà teletrasportarsi in altro luogo, e rimarrà lì dove sta, ponte fra lago e valle, con - fortunatamente- tutta la sua preziosa dotazione di aziende di alto livello e primissimo piano, vorrei mettere in chiaro un concetto: definire Lecco e la sua provincia come “lamiera&smog” è tanto insensato quanto ridicolo. Così ridicolo da non fare neppure palesare il concetto dell’offesa.
Contrapporre tessuto industriale a turismo e montagna, come se l’uno escludesse l’altro, significa - come minimo - non rendersi conto delle splendide esperienze turistiche fruibili sul lago o sulle magnifiche montagne che circondano Lecco.
E definire “vecchia economia” la manifattura (peraltro, per fortuna, solida e ben presente anche in Valtellina e Valchiavenna), significa ignorare l’immenso valore che il sistema delle imprese ha garantito e garantisce, economicamente e socialmente, per tutto il territorio.
Non solo Lecco, ma il Paese tutto, dal Covid ad oggi ha beneficiato di una crescita del PIL del 6,3%, molto più del 4,2% francese, e dello 0,1% tedesco.
Lo ha fatto sorretto in primis dalla manifattura, che è la seconda d’Europa, che ha permesso alla nostra economia di mantenersi ben salda sui propri piedi, di superare il Giappone al quarto posto della classifica dei Paesi esportatori, e di tenersi in piedi a dispetto delle previsioni negative e nonostante i pesanti effetti derivanti della crisi tedesca, che per fortuna stiamo contrastando tenacemente e con successo, proprio grazie alla struttura di pmi manifatturiere che ci caratterizza come un unicum a livello globale.
Mi auguro che il dibattito sul futuro di Colico, che è cosa seria, miri a una diversa profondità di argomentazioni che certamente sussistono, e non si renda invece ridicolo con argomentazioni che di serio non hanno nulla.
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