Le nuove vacanze, occasione da sfruttare

Le statistiche di fine stagione smentiranno probabilmente i risultati parziali sulle spiagge vuote di cui si parla molto in questi giorni, ma un dato almeno è già certo: sta cambiando il modello tradizionale delle vacanze estive degli italiani ed è in crisi il classico formato delle due settimane con l’abbinata ombrellone-lettino.

Le immagini di Jesolo e Riccione ci hanno mostrato nei giorni feriali di luglio e di inizio agosto un vuoto impressionante. Dove sono finiti gli appassionati del relax in riva al mare? Il calo, misurato dallo stesso Sindacato italiano balneari (Sib), sarebbe del 15% con picchi del 25% in Emilia Romagna e Calabria. Assobalneari, aderente a Confindustria, parla del 20-30%, sia calcolando il posto spiaggia che tutto l’indotto (bar, ristoranti, consumi vari). Fa eccezione la domenica, giorno del mordi e fuggi. Molto spesso l’unica spesa grossa è quella del parcheggi o, nelle vicinanze delle poche spiagge libere, esse si super affollate, con un curioso assembramento sul bagnasciuga e il vuoto due metri più in là. È il segno di una crisi dei redditi familiari e di un eccesso di costi? I dati di luglio sull’inflazione indicano una media del +1,7%, ma il carrello della spesa sale al +3,2%, e il presidente dell’Unione consumatori, Massimiliano Dona, sottolinea che “ben 6 voci su 10 della top ten dei rincari congiunturali sono legate alle ferie”.

Il dato economico è rilevante, ma c’è qualcosa di più profondo che riguarda le nuove abitudini degli italiani. Oggi, le vacanze vengano in qualche modo “spalmate” in un arco di tempo che va da maggio a settembre e con modalità molto creative. Uno o due giorni in spiaggia, ma poi gita all’interno verso le città d’arte (che a Ferragosto segnano un tutto esaurito che un tempo non c’era in quei giorni) e soprattutto spunta l’alternanza tra mare e montagna, sempre più attraente dato il clima torrido di certe settimane. Insomma, il modello vacanziero dell’Italia del primo quarto di secolo si adatta a molte delle contraddizioni e delle nuove realtà sociali della nostra epoca.

Nel tempo delle diseguaglianze forti, ecco allora le supervacanze dei milionari con la grande barca non più appannaggio solo degli sceicchi, da contrapporre a soluzioni economiche come campeggi, soggiorni in località minori, condivisione delle spese, ovvero scelta di mete estere più a portata di portafoglio. Persino la geopolitica ha il suo effetto. In Versilia sono spariti i russi, che prima della guerra, avevano drogato il mercato delle case e i costi nei negozi e ristoranti.

La caduta dei redditi del ceto medio, quello che da sempre ha fatto la fortuna proprio delle spiagge adriatiche, non consente più di una settimana di sosta e tutti gli espedienti sono buoni pur di difendersi da un caro vacanze che forse solo i single riescono a gestire. In un quadro come questo, vi sono comunque molte opportunità che una buona politica nazionale e regionale del turismo potrebbe valorizzare. L’Italia minore offre una grande occasione culturale che andrebbe meglio sfruttata. Insomma, questa fase di involuzione del modello può essere portatrice di cambiamento positivo, ricordando che la voce turismo è quella che ha garantito occupazione e velocizzato la ripresa post Covid, insieme al boom delle esportazioni (finchè non è arrivato Trump).

Su tutto grava peraltro l’infinita proroga senza gara delle concessioni ai balneari. Una tacita convergenza destra-sinistra della politica, che ha rinviato di ben oltre 20 anni l’applicazione della direttiva europea. Lo Stato incassa circa 100 milioni all’anno ma Legambiente stima in circa 15 miliardi il giro d’affari delle spiagge. E qualcuno esagera, come nel famoso Lido di Mondello in cui sono stati installati dei tornelli d’ingresso a pagamento persino verso la spiaggia libera. Forse anche un po’ di sana concorrenza servirebbe a ripopolare le spiagge.

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