
Editoriali / Lecco città
Giovedì 20 Febbraio 2014
Lecco, acciaio compatibile
L’Arlenico sorride e spera
Un successo il test sul laminatoio lecchese della cordata Duferco-Feralpi-Acciaierie Venete. Si sta lavorando. Ma se l’offerta non va in porto? Restano gli arabi

LECCO
«Il gruppo tunisino Smc vuole tutta Piombino, compreso l’altoforno in funzione? Benissimo, allora contribuisca con 20 milioni di euro per l’acquisto della materia prima».
E’ più o meno con queste parole che il commissario della Lucchini, Piero Nardi, sta cercando di fare luce sulla reale consistenza dell’offerta di Smc che, se fosse reale, sarebbe uno dei più grandi investimenti di un’impresa estera in Italia.
Il polo lecchese di Lucchini assiste con un certo distacco all’intera vicenda.
Qui operano novanta lavoratori, da anni in contratto di solidarietà, e prima ancora in cassa integrazione, che, nonostante le difficoltà del momento, dovute appunto al fallimento di Lucchini e allo scampato rischio chiusura, confidano in un futuro più roseo.
Qualche assicurazione viene infatti dal concreto interessamento della cordata Duferco-Feralpi-Acciaierie Venete che sta testando (con successo) la compatibilità degli acciai prodotti da loro con il laminatoio lecchese.
Attualmente i 90 operai della Lucchini sono tornati a laminare (c’è lavoro per almeno due settimane) e negli impianti passa non solo il materiale dell’altoforno di Piombino, ma anche quello dei tre stabilimenti Duferco, Feralpi e Acciaierie Venete, interessati alle lavorazioni di qualità che vengono effettuate a Lecco.
Quindi, al momento, la cosa peggiore che al laminatoio possa succedere è che la triade, offrendo troppo poco, non riesca a conquistare l’Arlenico, che passerebbe quindi all’altro grande pretendente, gli arabi di Smc, seguendo il destino del resto del gruppo Lucchini. E qui s’inserisce la lettera che Nardi ha inviato ai sindacati, alle istituzioni e al ministero dello Sviluppo Economico per cominciare a entrare nel vivo della trattativa di cessione della Lucchini.
Settimana scorsa il curatore, Nardi, ha pubblicamente dichiarato che le offerte per il duo Lucchini Piombino-Arlenico Lecco sono 24, ma non tutte sono disposte a farsi carico del pacchetto completo. Al contrario, l’unica offerta in tal senso è quella degli arabi.
Nardi ha scritto al ministero per informarlo che se la società Smc, visto che è l’unica che ha interesse alla continuità dell’altoforno, non contribuirà con 20 milioni di euro per l’acquisto del minerale da parte di Lucchini, la mancanza del supporto finanziario provocherà «significative tensioni nella tesoreria aziendale già dalle prossime settimane».
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