
Cronaca / Morbegno e bassa valle
Martedì 05 Febbraio 2019
«Agriturismo, più legati al territorio»
La nuova strategia proposta dalla Regione ha come obiettivo prodotti “100% made in Lombardia”. Più attrattività, con una differenziazione delle attività collaterali - Rolfi: «Dobbiamo alzare il livello qualitativo». Ma dalla Valle giunge qualche perplessità. Cerasa: «Ci sono un po’ di cose che non mi convincono».
Il futuro degli agriturismo in Lombardia? Più attrattivi, con un arricchimento e una differenziazione delle attività “collaterali” e una maggiore integrazione con il territorio. E perseguendo l’obiettivo del 100% dei prodotti che devono arrivare ad essere tutti “made in Lombardia”. Questa la strategia proposta dal Pirellone dall’assessore all’Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi Fabio Rolfi, intervenuto giovedì a Capriolo, Brescia, agli “Stati generali degli agriturismo lombardi”.
«Modificheremo la norma che regolamenta il settore – ha detto Rolfi – per conseguire una maggiore identificazione con il territorio. Nelle prossime settimane – ha proseguito – Regione Lombardia proporrà una modifica al Testo unico dell’agricoltura per arrivare ad un principio semplice: negli agriturismo lombardi devono esserci prodotti lombardi. Dobbiamo alzare il livello qualitativo – ha proseguito – ci preme l’identificazione con il territorio e, soprattutto, la differenziazione tra agriturismo e semplice ristorazione».
«La nostra intenzione – ha quindi affermato – è di alzare la soglia minima dei prodotti aziendali e arrivare, per quanto riguarda l’offerta dell’agriturismo sotto il profilo degli alimenti e della ristorazione, al 100 per cento di prodotti lombardi. In modo particolare per quanto riguarda i menù, vendita e somministrazione in agriturismo di vini e formaggi. Penso ad introdurre la regola di soli prodotti della Lombardia, perché gli agriturismo devono essere ambasciatori della tipicità e produzione del nostro territorio. Gli agriturismo sono una realtà in forte crescita e la Lombardia è una meta turistica ambita e da sfruttare. Il turista cerca sempre di più una esperienza sensoriale e per questo dobbiamo puntare sulla distintività della offerta agrituristica».
L’assessore ha quindi riaffermato il no a interessi sleali e che possano snaturare il settore. «Occorre valorizzare i veri agriturismo. Nella nostra regione - ha ricordato - ci sono quasi 1.700 strutture di questo tipo. Alzare la soglia minima dei prodotti locali significa anche bloccare i furbi che si nascondono dietro all’etichetta di agriturismo per operare ottenendo agevolazioni ma senza produrre realmente in azienda ciò che poi propongono ai clienti. Puntiamo a valorizzare chi crede davvero in questa attività». Infine Rolfi ha invitato a “differenziare” l’offerta. «Dobbiamo aiutare la categoria a migliorare, aumentando la ricettività, perché tanti agriturismo sono senza posti letto, e qualificando gli stessi con altre attività. Che sappiano rendere ancor più attrattiva l’offerta: pensiamo ad agriasilo, agrifitness, offerte culturali e didattiche in grado di alzare la qualità, integrare l’attività agricola con il territorio e rendere ancora più interessanti queste imprese, per una utenza sempre più attenta ed esigente».
Agriturismo e innovazioni: l’interesse di Regione Lombardia per la ricettività “verde” è apprezzato, ma dal settore e da Sondrio, provincia che conta 121 agriturismo attivi, vengono sollevate anche perplessità. «Vediamo che si vogliono prendere iniziative rispetto agli agriturismo – ha affermato Angelo Cerasa, vero decano del comparto – e devo dire che dalle prime notizie che ho raccolto, e in attesa di avere ulteriori approfondimenti e chiarimenti, ci sono un po’ di cose che non mi convincono. Come circuito Terranostra, presenti in tutta la Lombardia e attivi con circa 25 agriturismo in Valtellina – ha proseguito – ci riuniremo martedì a livello regionale per parlarne. Per quanto riguarda la quota di alimenti prodotti in azienda – ha precisato – esiste già, ed è del 70%, una soglia altissima. Parlare di arrivare al 100% si può considerare quasi impossibile, ci sono produzioni che in Lombardia non si riescono ad avere. Già abbiamo un impegno sul locale che affrontiamo, con zelo, ponendoci come rappresentanti del territorio, il tipico e il Km zero vanno bene, come va bene la produzione lombarda, ma alzare troppo la soglia potrebbe metterci in difficoltà».
«Anche ampliare la gamma dei servizi e attività per centri come i nostri - prosegue Cerasa - è una proposta che va calibrata. La giornata è di 24 ore, chi fa agriturismo sul serio, ha la fienagione, il coltivo, c’è da stare dietro alle vigne, ci sono gli animali, oltre alla ristorazione, gli alloggi. La multifunzionalità è una bellissima cosa, ma poi si deve mettere in pratica». In coda, il referente territoriale ha precisato: «Innovazioni nella normativa che regola il comparto ne servono, noi ne chiediamo da tempo. Abbiamo urgenza per le nostre aziende, sulla ricettività, di avere numeri non bloccati, ci sono anche qui soglie per il numero di clienti, accade che in inverno ci sia chi non ha lavoro perché magari ha la struttura in luoghi inaccessibili con la neve. E in estate non può sforare il numero di utenti prefissato, deve mandare via i clienti. Inoltre, come agricoli, la legge oggi ci impone la doppia contabilità per il turismo, ci toccano tanti passaggi burocratici in più, sarebbe utile unificare».n
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