
Cronaca / Sondrio e cintura
Mercoledì 11 Settembre 2013
Allarme morbillo dall’Asl
I casi sono in aumento
Nella provincia di Sondrio viene confermata la tendenza regionale relativa ai primi sei mesi del 2013
E c’è anche chi contrae la malattia da adulto: «Sono persone non vaccinate quando erano bambini»

I numeri, per la provincia di Sondrio, rimangono contenuti, ma confermano pienamente la tendenza riscontrata dall’inizio del 2013 in Lombardia: deciso aumento per i casi di morbillo in tutta la regione, dove nella sola Milano il bilancio del primo semestre di quest’anno parla di una malattia in grado di tenere a letto con febbre, tosse ed esantema un numero di persone venti volte superiore rispetto a tutti i dodici mesi precedenti.
Ma, soprattutto, in quasi la metà dei casi quella che rimane una delle malattie più tipicamente infantili sembra aver cambiato bersaglio, rivolgendo le sue “attenzioni” alla fascia d’età compresa tra i 25 e i 40 anni.
Migrazione anagrafica, per il Morbillivirus, riscontrabile in tutti i suoi effetti anche nei dati relativi alla situazione valtellinese: già 7 i casi segnalati dalla sola ASL di Sondrio da gennaio, pochi in assoluto ma moltissimi se confrontati con i numeri del periodo 2007-2012, una sola volta sopra le tre unità annuali, più spesso ridotti ad 1 o 2 soli episodi nei dodici mesi. Per ridursi a zero nel 2012: «In soli sei mesi effettivamente le segnalazioni sono aumentate in maniera significativa» conferma la direttrice dell’ASL sondriese Lorella Cecconomi, «i numeri rimangono bassi per la nostra realtà, ma la percentuale segna sicuramente un’impennata. Va notato che il morbillo è una malattia solitamente sottodenunciata: non tutti i casi vengono notificati e i numeri reali sono certamente più alti rispetto a quelli ufficiali».
E se tra le sette notifiche valtellinesi, 4 sono relative a pazienti in età infantile, sono 3 i malati sopra i 25 anni d’età, vero e proprio inedito di questo 2013 che riporta il morbillo alla ribalta nelle vesti di malattia non più prettamente legata al mondo dei bambini.
«Si tratta di soggetti non vaccinati da piccoli, negli anni Settanta e Ottanta; ma anche per quanto riguarda i bimbi, tre su quattro non sono coperti»: l’analisi della direttrice ASL parla chiaro di una percentuale di vaccini anti morbillo-parotite-rosolia sul totale dei nuovi nati in provincia di Sondrio (due dosi: una al primo anno di vita, il richiamo verso i 5-6) in flessione leggera, ma decisiva. Perchè se l’obiettivo fissato dal ministero della Salute – per un vaccino oggi raccomandato, ma non obbligatorio – è quello del 95% sulle nascite totali, il 2013 vede una copertura complessiva ferma al 93%: «Siamo sotto la soglia di poco, ma considerando che fino al 2010 i numeri davano una copertura del 96% per la prima dose e del 94% per la seconda, quella di oggi rimane una situazione non allarmante ma certo da monitorare con attenzione».
Soprattutto considerando che il piano ministeriale prevede l’eliminazione della malattia entro il 2015, obiettivo a rischio visto il calo della copertura riscontrato in tutta la Lombardia, che permette una maggiore circolazione del virus con conseguenze tangibili sui casi di contagio: «L’anti morbillo-parotite-rosolia rimane un vaccino raccomandato e gratuito non solo per i bambini, ma anche per le donne prima della gravidanza, come per operatori sanitari che lavorino in reparti come quelli di maternità, pediatria o malattie infettive», oltre che per stranieri (i quali non devono esibire permesso di soggiorno) e chiunque ne facesse richiesta informandosi presso le strutture Asl della provincia, dove ciascun caso verrà valutato singolarmente.
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