
Cronaca / Tirano e Alta valle
Domenica 19 Maggio 2019
Allarme a Ortopedia: «Niente medici la sera dopo le 20»
Al Morelli. Gli amministratori di Sondalo e Grosotto chiedono al presidente della Regione di fare chiarezza. «Si parla di sperimentazione, vuol dire smantellare».
L’ortopedia del Morelli in via temporanea per sei mesi non avrà più la presenza continua dei medici, ma dopo le 20 sarà necessario fare riferimento al reparto del presidio di Sondrio. Finora nessuna comunicazione ufficiale sarebbe stata data ai medici e l’Azienda sanitaria, interpellata sul tema, non ha voluto commentare, ma questa è l’indiscrezione che ha allarmato il sindaco di Sondalo Luigi Grassi, l’assessore alla Sanità Ilaria Peraldini e il sindaco di Grosotto, Guido Patelli, spingendoli a chiedere spiegazioni al presidente della Regione, Attilio Fontana. «Negli ultimi giorni siamo stati avvicinati da molti operatori sanitari che ci hanno manifestato le loro preoccupazioni per una serie di provvedimenti di riorganizzazione dei servizi, messi in atto dalla dirigenza della Asst della Montagna, a danno ancora una volta dell’ospedale Morelli. Comprendiamo che la penuria di medici imponga l’assunzione di decisioni complicate, ma la soluzione adottata dalla dirigenza non ci convince per nulla, mortifica e penalizza le storiche eccellenze esistenti nel nostro ospedale. L’unità operativa complessa del reparto di Ortopedia, privata della presenza di medici h 24, vedrà trasferite tutte le urgenze, dopo le 20, all’ospedale di Sondrio. Se consideriamo che questa riorganizzazione verrà perfezionata all’interno di una delle specialità più prestigiose del “Morelli”, che è stata riferimento nazionale nel proprio settore e nella quale si sono formati i migliori ortopedici d’Italia, non ci resta che costatare la volontà di indebolire definitivamente il nostro ospedale».
Gli amministratori non vogliono ricevere risposte scontate. «La decisione di non avere più medici dopo le 20 nell’ortopedia del Morelli si ascrive a una “temporanea” sperimentazione della durata di sei mesi. Di simili stratagemmi, chiamati astutamente “sperimentazioni temporanee”, il “Morelli” ne ha visti fin troppi e tutti hanno già prodotto, negli ultimi anni, chiusure, accorpamenti e immiserimento generalizzato dell’offerta sanitaria dell’ospedale. L’ultima sperimentazione di questo tipo risale al 2015 quando fu chiusa, “provvisoriamente”, l’Ucc della cardiologia. Non continuiamo con l’elencazione di tutte le ferite inferte, negli ultimi anni, all’ospedale “Morelli” ma siamo certi che il presidente Fontana non faticherà a reperire le necessarie informazioni su ciò che è stato e su come le scelte della politica lo hanno trasformato. Non vogliano fare neppure l’elencazione delle rassicurazioni ricevute, dagli innumerevoli esponenti dei vari governi regionali, sul roseo futuro da destinare al “Morelli” che poi sono state, regolarmente, smentite dai fatti».
Gli amministratori chiudono con un’amara considerazione: «Mentre il territorio dibatte sulle opportunità che le Olimpiadi Invernali del 2026 potrebbero generare, assistiamo allo smantellamento, pezzo a pezzo, dell’unico ospedale della zona, ad altissima vocazione turistica, che invece dovrebbe essere salvaguardato e potenziato nelle proprie specificità, tra l’altro direttamente collegate agli sport di montagna, come quelle della traumatologia e dell’emergenza urgenza».
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