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Giovedì 04 Aprile 2013
Aquila reale trovata morta
Forse per colpa del piombo
Un'aquila reale morta. Un bellissimo esemplare femmina, adulta di almeno 6 anni. Il suo peso sfiora i 5 chilogrammi e la sua apertura alare è di oltre 2 metri. È stata trovata morta ieri mattina da un escursionista sull'alpe Pirlo, a 1.600 metri di altitudine
SONDRIO Un'aquila reale morta. Un bellissimo esemplare femmina, adulta di almeno 6 anni. Il suo peso sfiora i 5 chilogrammi e la sua apertura alare è di oltre 2 metri.
È stata trovata morta ieri mattina da un escursionista sull'alpe Pirlo, a 1.600 metri di altitudine. «Saranno effettuati l'autopsia e tutti gli esami tossicologici, ma da una prima e analisi si esclude che all'origine della morte vi sia un atto di bracconaggio». Il sospetto, quella paura, sono stati i primi a balzare alla mente. Ecco perché il comandante della Polizia Provinciale di Sondrio, Graziano Simonini, ha subito fugato i sospetti.
«Il rapace, ormai privo di vita, è stato avvistato da uno scialpinista impegnato in un'escursione sull'alpe Pirlo in Valmalenco a circa 1.600 metri di quota - spiega il comandante. L'escursionista - prosegue - ha subito informato la polizia provinciale». Così, avvisati, il posto è stato raggiunto dal commissario aggiunto Giorgio Gusmerini che ha provveduto a recuperare il predatore portandolo nella sede del Comando dove il tecnico faunistico della Provincia, Maria Ferloni, ha proceduto a una serie di esami e accertamenti preliminari.«In base alle misure biometriche - spiega Ferloni - si tratta di femmina di almeno 6 anni compiuti, 5 chilogrammi e con una sua apertura alare di oltre 2 metri. Nelle prossime ore, in collaborazione con i colleghi dell'Istituto zooprofilattico di Sondrio e con il dottore Enrico Bassi del Parco nazionale dello Stelvio, eseguirò - aggiunge Ferloni - tutti gli esami clinici necessari ad accertare le cause della morte del rapace. Non si esclude - mi ha anticipato l'esperto del Parco Nazionale dello Stelvio - che potrebbe anche trattarsi di un caso di avvelenamento da piombo, problematica purtroppo sempre più diffusa sulle Alpi, rispetto alla quale, proprio insieme al parco e all'istituto Zooprofilattico, stiamo conducendo una ricerca scientifica mirata».
Un fatto anomalo, di certo eccezionale che da alcuni anni non si verificava in Valtellina. Non si esclude che in qualche anfratto roccioso, non lontano dall'Alpe Pirlo, l'aquila avesse il proprio nido e dunque il proprio compagno.
Fedeli per la vita, il maschio e la femmina, una volta formata la coppia, conquistano un territorio rimanendovi per molti anni.
Il controllo dell'area prescelta è molto accurato e viene effettuato in egual misura tanto dal maschio quanto dalla femmina.
«Il ritrovamento di questo esemplare - spiega il Tecnico faunistico provinciale - si è verificato proprio al termine del periodo dell'accoppiamento che si svolge nel mese di marzo. In questo periodo gli adulti sono ormai impegnati nella cova delle uova, o stanno per iniziare. L'animale ritrovato potrebbe essere morto anche a causa di una ferita inferta da un altro esemplare, ma vedremo di fare chiarezza al più presto».
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