
Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 30 Marzo 2014
«Basta ospedali
fotocopia in Valle»
Al Tavolo istituzionale sulla Sanità prende posizione il presidente della Provincia, Sertori - L’assessore Giuliano Pradella: «Dopo Morbegno, toccherà ai reparti di Sondrio e Sondalo»
«Dobbiamo metterci in testa che non possiamo più contare su quattro ospedali fotocopia. Ciascun ospedale resta al suo posto, ma conta per l’altro, ha un valore, cioè, come parte di una rete di prestazioni sanitarie provinciali».
Parola di Massimo Sertori, presidente della Provincia, strenuo difensore, insieme a Giuliano Pradella, suo assessore alle Politiche sanitarie, della costituzione e del funzionamento del Tavolo istituzionale sulla sanità provinciale. In un’ottica di integrazione territoriale finalizzata a dare le migliori risposte di carattere sanitario e socio assistenziale alla popolazione di Valtellina e Valchiavenna. Aspetto, quest’ultimo, più volte rimarcato anche da Alcide Molteni, nella sua veste di presidente della Conferenza dei sindaci sulla sanità, che, anche nell’ultimo Tavolo istituzionale provinciale di martedì (convocato a più di due anni dall’ultimo), ha insistito, sulla bontà e sull’interesse suscitato dalla proposta di ospedale territoriale emersa per Morbegno «come luogo di integrazione - sostiene - fra prestazioni sanitarie e socio sanitarie che tanto interessano, al pari delle prime, alla nostra popolazione».
Non è la prima volta, del resto, che Molteni solleva, fra i tanti, l’argomento delle dimissioni non protette dagli ospedali e tali da riversare sulle famiglie, sulle Residenza sanitarie per anziani e sui Comuni, tramite gli Uffici di Piano, i costi di un’assistenza sanitaria per sub-acuti (persone dimesse, ma ancora bisognose di cure) che, pure, dovrebbero essere appannaggio della rete ospedaliera. E che, nell’ospedale territoriale futuro di Morbegno potrebbero trovare una risposta almeno parziale.
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