
Le dimissioni di Vittorio Campione da consigliere comunale sono arrivate in modo inatteso. Assente al primo consiglio comunale perché in vacanza, Campione ha pensato bene di alzare bandiera bianca e abbandonare la politica attiva. Queste dimissioni, secondo l’interessato, sono da attribuirsi a stringenti impegni di lavoro. Ne prendiamo atto, anche se non gli crediamo. La politica, almeno quella italiana, non sarebbe tale se l’ufficialità non nascondesse le vere ragioni di qualunque cosa. Nella fattispecie, la realtà parla di un ex vicesindaco, Vittorio Campione appunto, che il voto del 31 maggio ha visto raccogliere un numero piuttosto scarso di voti e che non è stato neppure considerato per un possibile assessorato. Sin troppo facile leggere in tutto questo una sorta di bocciatura, che non deve essere andata giù all’ex vice sindaco e oggi ex consigliere comunale.
Cosa è successo, dunque, a quello che sembrava essere l’astro nascente del Pd lecchese? E’ stato scaricato sia dal sindaco Virginio Brivio sia dal Partito democratico e non ha voluto finire a scaldare i banchi dell’assise comunale? Oppure le fratture vanno cercate ancora prima, durante il suo, non felicissimo, mandato di assessore? Il sindaco ha scelto per questo suo nuovo mandato di cambiare radicalmente la giunta e la riconferma di Campione era sinceramente impensabile.
Almeno su due questioni, infatti, la sua gestione era stata molto carente: la viabilità del ponte Azzone Visconti ed il famoso e dannato bike sharing. Per quanto riguarda il ponte vecchio c’è stata l’incapacità di condividere con gli altri Comuni interessati una problematica che non era solo lecchese, e di giungere ad una soluzione partecipata se non dopo polemiche che si sono trascinate per mesi. Quanto al bike sharing, è ancora oggi un mistero, vista la sua complicata applicabilità.
Ora, poiché un politico, almeno in teoria, i problemi dovrebbe risolverli e non complicarli, va da sé che come assessore Campione non era più spendibile. Meno chiara risulta la posizione del Pd lecchese. L’uscita di Campione dal consiglio comunale è la decisione personale di un uomo oberato dal lavoro o l’ennesima contestazione ai vertici del partito che non hanno saputo difendere il loro due volte ex vice sindaco? Anche questo è un piccolo mistero, che richiederà nel centro sinistra lecchese una riflessione accurata.
Quanto accadrà nei prossimi mesi ci dirà la portata di queste dimissioni ed in particolare cosa esattamente significano per Brivio e la sua maggioranza. Quello che oggi possiamo constatare, è la sparizione dalla geografia politica lecchese di un personaggio che cinque anni fa si era presentato come una delle novità più promettenti. La politica è così, ti esalta e ti brucia nel giro di un amen e quando si tratta di un amministratore locale gli errori si pagano.
La storia di Vittorio Campione è però ancora tutta da scrivere perché nella sua parabola amministrativa c’è qualcosa di non detto, di incompiuto che attende di essere rivelato. Queste sue dimissioni sono la conclusione di un probabile percorso di crescente incomunicabilità, che lo ha visto essere messo da parte in modo evidente.
Se col tempo vedremo sparire le biciclette, che oggi rappresentano un progetto mai decollato, allora avremo capito che Campione è vittima dei suoi errori. E’ voluto salire sulla bicicletta ma la pedalata non è mai stata sciolta e qualche foratura di troppo l’ha condannato ad un ruolo di comprimario per cui probabilmente non si sentiva tagliato.
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