Cassago, il titolare della Perego
«'Ndrangheta? Non ne so niente»

Si è difeso con le unghie e con i denti nell'udienza in tribunale: Ivano Perego ha sostenuto di essere estraneo alla gestione contabile e amministrativa dell'azienda infiltrata da Salvatore Strangio. «Mi occupavo della produzione»

CASSAGO - Si è difeso con le unghie e con i denti Ivano Perego nell'aula del tribunale di Milano, settima sezione penale, per il processo che lo vede indagato assieme ad altri per il crac della Perego Strade, l'azienda di Cassago infiltrata dalla 'ndrangheta, in particolare da Salvatore Strangio, che ne aveva acquisito il controllo per conto delle 'ndrine di Platì e Natile di Careri.
Perego si è detto «estraneo alla gestione contabile e amministrativa dell'azienda», si occupava del lavoro, della produzione, di impartire direttive agli operai, di tenere i contatti con i clienti ed in particolare le amministrazioni pubbliche.
Questo ha detto davanti al giudice nella propria difesa. Ma la gestione amministrativa e soprattutto il controllo della società, per l'imprenditore brianzolo, era tutto in mano ad Andrea Pavone, che sarebbe la vera e propria longa manus di Salvatore Strangio nelle varie società della galassia Perego.
Si è dibattuto proprio die rpaporti tra Perego, Pavone e Strangio.
L'udienza è stata aggiornata a luglio.

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