
Cronaca / Sondrio e cintura
Sabato 11 Luglio 2015
Code e proteste per il Giro donne: «Poche indicazioni e tanti disagi»
Secondo moltissimi automobilisti da parte degli enti è mancata un’informazione adeguata, e fornita in anticipo, su percorso e orari di passaggio della corsa ciclistica.
Cicliste in corsa, automobilisti infuriati. Ieri nel Sondriese il passaggio del Giro d’Italia femminile ha scatenato parecchie proteste fra chi doveva spostarsi sulle strade in tarda mattinata, perché secondo moltissimi automobilisti da parte degli enti è mancata un’informazione adeguata, e fornita in anticipo, su percorso e orari di passaggio della corsa ciclistica.
Fra i problemi segnalati, l’ingorgo che si è creato su via Besta prima e durante il passaggio della corsa, ma anche un tragitto Sondrio – Tresivio che fra una deviazione e l’altra ha richiesto un’ora e mezza di tempo, anziché i pochi minuti necessari di solito.
Su via Besta, riferivano ieri pomeriggio alcuni automobilisti coinvolti nell’ingorgo, una lunga colonna di auto è rimasta ferma per mezz’ora buona, visto che la strada era chiusa all’incrocio con via V Alpini per consentire il passaggio delle atlete .
«L’interruzione non era indicata chiaramente – hanno spiegato i cittadini – e così molti sono arrivati fino all’incrocio, trovando lì gli addetti che fermavano il traffico. La strada è stretta, si è subito creata colonna e non è stato possibile nemmeno tornare indietro». E così tutti hanno dovuto restare lì, ad attendere che la strada venisse riaperta. Peggio è andata, a quanto pare, ad una residente di Tresivio, che in un’email inviata alla redazione ha raccontato, fra arrabbiatura e ironia, le sue peripezie per arrivare in città e tornare a casa. «Ho un appuntamento alle 11,30 a Sondrio - scrive -, parto da casa alle undici diretta allo stop del centro ma il vigile mi fa segno di deviare per Santa Casa. Scopro così da mia mamma che si sta svolgendo una gara ciclistica femminile, l’ha letto su un cartello in centro ieri. Vado fino alla Rogna per prendere la Panoramica, finalmente alle 12 esco e mi dirigo verso la Statale con la benzina quasi a zero, una gran fame ed un caldo incredibile». Ma i problemi non sono finiti lì, anzi: ben presto le due donne si sono ritrovate in una lunga coda, e alle 12,30 hanno deciso di provare a cambiare strada. «Ci sarà stato un incidente, pensiamo – racconta –, allora torniamo indietro e saliamo lungo il Davaglione, poi facciamo la salita dell’Inferno così da tagliare fuori la Statale. Due tipi di giallo fluorescente vestiti, senza cappello, ci obbligano a tornare indietro. Sono le 13 e comincio davvero ad averne abbastanza. Vorrei chiamare il 113 ma mia mamma mi incita alla calma». Sosta d’emergenza per far benzina, e poi il ritorno.
«All’incrocio di via Zara, a Sondrio, c’è un vigile – prosegue la signora nell’email - . Non posso salire verso la Panoramica. Il vigile all’incrocio tra via IV novembre e via Stelvio mi dice che per Tresivio è libera dalla Statale. Vado decisa, finalmente. E invece... Sono dietro un camion e davanti ad una decina di macchine ferme». Poi la corsa è passata e la strada si è sbloccata, ma la signora ha un messaggio per organizzatori ed enti locali: «La prossima volta – scrive – mettete segnali sulla statale, sulle strade secondarie, informate la gente, abbiate cura di avvertire i vostri contribuenti. Avete rovinato una manifestazione che, io ne vengo a conoscenza tardi, era davvero importante per le donne».
© RIPRODUZIONE RISERVATA