Consiglio provinciale: Lanfranchi chiede le dimissioni di Pasquini dopo la fiaccolata per i repubblichini

«Non possiamo tollerare che un uomo delle istituzioni partecipi alla celebrazione della nostalgia di un regime antidemocratico» ha detto consigliere del gruppo Provincia Bene Comune . Gattinoni sugli scontri fuori dal municipio: «Non sono sceso perché con i violenti non si tratta»

Lecco

Il consigliere del gruppo Provincia Bene Comune e sindaco di Dolzago, Paolo Lanfranchi, ha chiesto le dimissioni di Antonio Pasquini, sindaco di Casargo e collega in consiglio provinciale.

Lo ha fatto all’inizio del consiglio di questa sera: «Il 28 aprile, il nostro territorio è stato oggetto della celebrazione di militi della Repubblica Sociale Italiana, mentre nel centro della città un presidio raccontava dei partigiani che hanno donato la vita per la libertà. A guidare la celebrazione ci risulta ci fosse Antonio Pasquini».

«Non possiamo tollerare - continua Lanfranchi - che un uomo delle istituzioni, che ha giurato più volte sulla Costituzione, partecipi alla celebrazione della nostalgia di un regime antidemocratico, non possiamo assolutamente tollerare che il consigliere sia stato addirittura il cerimoniere del momento nei pressi dello stadio».

Poi la richiesta: «Chiediamo quindi al Presidente e al resto della maggioranza se condividano l’atteggiamento del consigliere Pasquini. Riteniamo opportuno che faccia un passo indietro rispetto alla sua carica di consigliere provinciale o che si dissoci pubblicamente dal grave gesto compiuto. È una questione di opportunità e dignità, oltre che del rispetto degli enti che rappresentiamo».

La presidente Alessandra Hofmann non ha risposto alle domande del consigliere Lanfranchi, ritenendo si trattasse di quesiti da question time, e rimandandoli - come da regolamento - alla prossima seduta.

Nel corso della trasmissione “Il sindaco risponde”, trasmessa su Unica Tv, anche il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni ha commentato gli scontri avvenuti all’ingresso del comune, al termine delle manifestazioni del 28 aprile: «C’è stato un tentativo di sfondamento della soglia fisica e psicologica del Comune. Chi lo ha fatto non ha rispetto per la democrazia. Non sono sceso a dialogare perché con i violenti non si tratta. Nelle informazioni che ho avuto modo di scambiare con il Questore, di queste duecento persone ben poche erano lecchesi, e i pochi presenti non si sarebbero mai sognati di finire in una situazione del genere».

© RIPRODUZIONE RISERVATA