Dall’ombra al podio più alto: Filippo Conca conquista il tricolore

Il racconto del nuovo campione italiano di ciclismo su strada

Lecco

«Ho pianto, sì. Era troppo, tutto insieme: la fatica, la gioia, l’orgoglio, il peso tenuto dentro per mesi». Le mani al cielo, il volto segnato dalla fatica, poi il pianto liberatorio, incontenibile, tra le braccia dei compagni dello Swatt Club. Filippo Conca ha tagliato il traguardo del campionato italiano su strada come si conquistano solo le vittorie sudate: con il cuore che esplode, con mesi di delusioni e sogni strozzati che finalmente trovano voce. In quel gesto all’arrivo, in quelle lacrime, c’era tutto: la paura di non farcela, la forza di ricominciare da zero, la consapevolezza di essersi ripreso la propria storia.

Filippo Conca, 26 anni, è il nuovo campione italiano di ciclismo su strada. Una vittoria che sa di rivincita, che va ben oltre il tricolore. «La gara? Lunga, durissima, 230 chilometri sotto il sole. Ho forato, ma sono rientrato. Nel finale ero lì, con atleti che avevano molte più chance di me. Ma ho tenuto duro. E ho vinto». Un racconto semplice, che racchiude però una storia complessa. Fino a pochi mesi fa, Filippo era senza squadra. Dopo quattro anni da gregario nel World Tour – due con la Lotto Soudal, due con la Q36.5 – non gli è stato rinnovato il contratto. «A ottobre mi sono ritrovato disoccupato. A 26 anni. O smettevo, oppure accettavo una sfida fuori da tutto, fuori da ogni logica: ripartire dallo Swatt Club, una nuova realtà nata tra Brianza e Lecchese, dedicandomi al gravel. Una disciplina nuova, una strada diversa».

Una scelta coraggiosa. Racconta: «Non sono un fenomeno, lo so. Ma avevo il livello per restare nel professionismo. Il problema è che in questo mondo non conta solo la gamba, contano le spinte, le conoscenze. E quando sei un gregario, finché servi, ci sei. Poi sparisci. Alla fine ho scelto di non mollare. Ho scelto di crederci». La sua voce si fa più ferma quando parla di chi è rimasto: «In quei momenti bui ho capito chi c’era davvero. Chi ha sempre tifato per me insieme alla mia famiglia, pochi. Gli altri? Sono tornati adesso, sul carro dei vincitori».

Il progetto Swatt è nato quasi per caso, per aiutare un altro atleta rimasto fuori dal sistema. «Mi ha contattato Carlo Beretta di Solowattaggio. Ci conoscevamo da tempo. Mi ha detto: prova fino a dicembre a trovare squadra. Se non ce la fai, vieni con noi. E così ho fatto».

Tra cadute e infortuni, il cammino di quest’anno è stato tutt’altro che semplice. Ma Conca non si è fermato. Ha corso le gare gravel con il nuovo team, macinato chilometri. «Avevo questo sogno in testa da mesi. Pensavo al campionato italiano. Lo volevo. Lo vedevo. E quando ho tagliato quel traguardo... sì, ho capito che avevo ragione». Oggi, con il tricolore sulle spalle, Filippo sorride, ma non dimentica. «Lo sport oggi brucia i giovani, cerca il campione subito. Io non sono un predestinato, ma non per questo meritavo di essere tagliato fuori. Il ciclismo deve tornare ad avere pazienza, a costruire». E ora? «Ora voglio solo godermi questo momento. È la vittoria di chi non molla, di chi tiene duro anche quando tutto dice di lasciar perdere». È la sua rinascita, e no, non poteva essere più bella di così.

Un sogno che si realizza: il lecchese Filippo Conca è il nuovo campione italiano

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