
( foto Cardini)
«Deportati, decisi di fare il medico»
A Sirtori i ricordi di Sultana
La sconvolgente testimonianza della Razon
autrice del libro “Il cuore, se potesse pensare”
Sirtori - Un viaggio all’inferno. Andata e ritorno.
È stato davvero un racconto toccante e inedito, quello di ieri a Villa Patrizia, a Sirtori, organizzata dal Consorzio brianteo di Villa Greppi.
E’ intervenuta Sultana Razon, moglie dell’ex ministro Umberto Veronesi, nata a Milano nel 1932 in una famiglia ebrea sefardita di origine turca, che negli anni della Seconda guerra mondiale visse la drammatica condizione di deportata.
Il volume
Per l’occasione ha presentato il suo libro intitolato “Il cuore, se potesse pensare”, in cui ha raccolto i suoi tristi ricordi, davanti a un pubblico davvero numeroso e attento, composto anche da tanti bambini.
A fare gli onori di casa, è stato il vicesindaco di Sirtori, Paolo Negri, mentre ha fatto da mediatore Puccy Paleari.
Quindi la testimone ha iniziato il suo racconto. I ricordi la portano al 1939: «La mamma piangeva sempre e non capivo il perché, papà parlava di andare in America, ma non ci riuscimmo mai. Infatti nel gennaio del 1941 mio padre scomparve e non tornò più. A distanza di mesi scoprimmo che era stato rastrellato in quanto apolide e portato a Cosenza, nel campo di Ferramonti di Tarsia».
Lo sconvolgente racconto di Sultana Razon negli ampi servizi su “La Provincia di Lecco” in edicola lunedì 3 febbraio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA