
Cronaca / Sondrio e cintura
Lunedì 09 Maggio 2016
Diciassettemila elettori all’appuntamento del 5 giugno
Nove Comuni sui settantasette di Valtellina e Valchiavenna chiamati al rinnovo di sindaco e consigli comunali e 17.489 aventi diritto al voto, di cui 8.815 femmine e 8.674 maschi, dei quali 27 elettori comunitari.
Nove Comuni sui settantasette di Valtellina e Valchiavenna chiamati al rinnovo di sindaco e consigli comunali e 17.489 aventi diritto al voto, di cui 8.815 femmine e 8.674 maschi, dei quali 27 elettori comunitari.
Sono questi i dati provinciali della tornata amministrativa che, complessivamente, in Italia domenica 5 giugno interesserà 1.368 Comuni, tra i quali, Milano, Roma e Napoli.
In Valtellina e Valchiavenna sono nove: alle sette amministrazioni a scadenza naturale dopo il voto del 2011 - Livigno, Bormio, Ardenno, Villa di Chiavenna, Mello, Mantello e Dazio - si sono aggiunte quelle di Rasura e Villa di Tirano dove i consiglieri di maggioranza si sono dimessi in blocco sfiduciando i primi cittadini Roberto Marengo e Marziano Gagetti e facendo cadere le rispettive giunte. I Comuni arrivano all’appuntamento con le elezioni sotto la guida del commissario prefettizio.
La parte del leone quanto a richiamo delle urne lo fa la Bassa Valle con cinque Comuni, anche se è l’Alta Valtellina l’osservata speciale con il rinnovo delle amministrazioni di Livigno (oltre 6mila abitanti) e di Bormio (poco sopra i quattromila residenti). In tutti i casi si tratta di Comuni ben al di sotto dei 15.000 abitanti, soglia oltre la quale è previsto il secondo turno di ballottaggio.
Nelle realtà provinciali dunque si voterà un’unica volta, a meno di casi eccezionali come la parità di preferenze tra due candidati, e lo si farà con una sola scheda per eleggere sia il sindaco che i consiglieri comunali. Ciascun candidato alla carica di sindaco sarà affiancato dalla lista elettorale che lo appoggia, composta dai candidati alla carica di consigliere.
Sulla scheda è già stampato il nome del candidato alla carica di primo cittadino, con accanto il contrassegno della lista che lo appoggia.
Non esiste la possibilità di voto disgiunto, la preferenza per il sindaco e quello per il consiglio sono uniti: votare per un candidato sindaco significa dare una preferenza alla lista che lo appoggia. Evidentemente, risulta eletto sindaco, il candidato che ottiene il maggior numero di voti e in base a questo viene definita la composizione del consiglio comunale: alla lista che appoggia il primo cittadino eletto andranno i 2/3 dei seggi disponibili, mentre i restanti seggi saranno distribuiti proporzionalmente tra le altre liste.
© RIPRODUZIONE RISERVATA