
Cronaca / Tirano e Alta valle
Lunedì 08 Luglio 2019
«Frana del Ruinon, danni incalcolabili»
Pedranzini, presidente della Pro loco turismo, lancia un Sos a enti, banche e associazioni di categoria. «Dalla tappa del Giro d’Italia allo spostamento dell’arrivo della Corsa in rosa, stiamo perdendo tutti gli eventi».
La minaccia del Ruinon sta cancellando uno dopo l’altro tutti gli appuntamenti che la Valfurva aveva pazientemente costruito per darsi slancio e fare una grande promozione turistica. Quella montagna che fa aprire e chiudere la strada come fosse un semaforo, che alle prime piogge fa scattare l’allarme e la chiusura della provinciale, ha raso al suolo il calendario degli appuntamenti previsti come una palla da bowling fa con i birilli.
L’ultimo sogno estivo a svanire è stata la tappa del Giro d’Italia femminile che al posto del Gavia scalerà la salita di Cancano. I professionisti del Giro d’Italia, invece, erano stati respinti dalla neve del Gavia a maggio; in quei tempi il Ruinon era in letargo. Ora come uno Stromboli delle Alpi è tornato a ruggire, a far sentire la propria voce, a far capire che comanda lui. La perdita della tappa del Giro Rosa ha fatto perdere la pazienza al presidente della Pro loco turismo Valfurva, Alberto Pedranzini: «È l’ennesimo colpo basso per Santa Caterina - afferma Pedranzini -. Dopo l’annullamento della tappa del Giro d’Italia del 28 maggio, della “Cammina e Gusta” (camminata enogastronomica che aveva 500 partecipanti iscritti) del 30 giugno, e della gara internazionale di bike “Trail Trophy” (250 partecipanti italiani e stranieri provenienti da Svizzera-Austria-Germania), ora la notizia che la tappa del Giro in rosa del 9 luglio non farà arrivo al Passo Gavia, ma bensì a Cancano. La chiusura della strada di collegamento con Bormio, chiusa ormai dal 22 giugno, sta portando forti disagi e preoccupazione negli operatori turistici di Santa Caterina, che ritengono ormai compromessa tutta la stagione estiva».
La situazione, inutile nasconderlo, sta diventando sempre più drammatica ogni giorno che passa. In arrivo quotidianamente disdette di turisti per tutto luglio. «Il paese è caduto in un silenzio desolante - commenta amareggiato Pedranzini -. Tale situazione di precarietà poi non vede alcuno spiraglio di risoluzione a breve e medio termine. Se si considera che Santa Caterina è la terza stazione turistica della Valtellina, sia come posti letto che presenze alberghiere, dopo Livigno e Bormio, le ricadute negative sugli ingenti investimenti fatti dagli operatori in questi anni (hotel, ristoranti, bar, impianti di risalita) saranno incalcolabili».
Senza contare i risvolti negativi che si ripercuotono sulla occupazione esterna (circa 300 addetti) e su tutto l’indotto (ovvero fornitori, addetti alla manutenzione). Lancia un vero e proprio Sos, Pedranzini: «Gli operatori economici e gli abitanti di Santa Caterina chiedono a tutti gli enti, a Provincia, Regione, banche, associazioni di categoria, un’attenzione particolare con degli interventi che possano risollevare in parte questa situazione di preoccupante difficoltà».
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