Insegniamo ai ragazzi cos’è la vita umana

In questi giorni nei cinema italiani è possibile assistere alla visione del film “La voce di Hind Rajab”. Si tratta di un film crudo e spietatamente realistico che rappresenta uno schiaffo all’indifferenza con cui l’Occidente continua a ignorare le nefandezze perpetrate a Gaza.

Tutte le scuole delle nostre città dovrebbero proporre questo film ai ragazzi e alle famiglie affinché anche il territorio dimostri quella sensibilità che, per molteplici ragioni, sembra creare qualche imbarazzo al ceto politico.

Il tema della nostra riflessione verte esattamente su questo atteggiamento della classe politica locale che, in modo del tutto inaspettato, si pone in stridente contraddizione con la storia di questa terra che, avendo conosciuto le efferatezze dell’occupazione nazifascista, ha sempre dimostrato alla nazione di avere dentro di sé, nelle proprie viscere, un solido grumo di ideali e di valori. In verità, fa specie che, in terre lontane che non hanno vissuto queste tragiche esperienze, le amministrazioni comunali di ogni colore abbiano esternato il proprio sostegno ai palestinesi.

Lo hanno fatto in vari modi: riconoscendo lo Stato della Palestina, esponendo in Municipio la bandiera palestinese o, semplicemente, disapprovando con sdegno l’operato di Nethanyau. Si tratta di vibranti prese di posizione che continuano a diffondersi in tutta Italia per cui risulta semplicistico liquidare la questione tacciando di antisemitismo chiunque osi indignarsi davanti ai misfatti del governo israeliano.

Bisogna avere il coraggio di ammettere che il feroce attentato compiuto proditoriamente da Hamas del 7 ottobre 2024 non può legittimare una ritorsione di proporzioni così abnormi che ci riporta indietro nella storia ad una tragedia che Netanyahu sembra aver dimenticato. Stiamo attenti ai banali bizantinismi di tanti mediocri filistei. In verità, il goffo giustificazionismo di molti esponenti politici deriva solo da un inverecondo servilismo nei confronti di Donald Trump per compiacere il quale si evita perfino di ammettere che siamo davanti ad un genocidio che il tycoon americano ha avallato fin dal suo insediamento. Solidarizzare con il popolo palestinese non significa essere antisemiti, né equivale a stare dalla parte di Hamas: significa, semplicemente, mettersi nei panni di tutti quei bambini che, come la protagonista del film, hanno avuto la iattura di nascere in quella parte del mondo che usiamo definire “sbagliata”.

Hind Rajab era nata nella parte sbagliata, perché, come tanti altri bambini, era nata in un paese flagellato da decenni dalla guerra, dalla miseria e dalla fame. I nostri ragazzi non sanno cosa significhi tutto questo, ed è una fortuna di cui farebbero bene a cogliere l’enorme importanza per capire che la povertà non è una colpa e la ricchezza non è un merito.

Vedere quel film può impartire ai nostri giovani tutti quegli insegnamenti che nessun genitore e nessun insegnante sarebbe in grado di trasmettere. La nostra resta una terra generosa che ha l’obbligo di ricordare cosa è stata la Resistenza e cosa è stato l’Olocausto. Ognuno di noi deve sentirsi obbligato a ricordare le ragioni del tributo di sangue versato da migliaia di giovani per la libertà.

Davanti alle immagini televisive delle guerre degli altri che rischiano di banalizzare l’idea della morte, abbiamo, tutti , l’obbligo inderogabile di insegnare ai nostri ragazzi che, come fin dall’infanzia ci ammonivano i nostri genitori, la vita umana resta un dono di Dio sacro e inviolabile.

Ricordiamoci sempre che uccidere una persona non è uccidere una dottrina, una religione o un’idea: è uccidere una persona. 

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