
Cronaca / Sondrio e cintura
Giovedì 08 Aprile 2021
La sentenza per il prof “bullizzato”
«Dai genitori educazione inadeguata»
I particolari della sentenza che ha condannato l’ex alunno del “Fossati” e i genitori a risarcire il professore aggredito
Non c’è che dire: quel video tristemente famoso in cui figlio 17enne aggrediva il professore con parolacce e bestemmie per un brutto voto nel compito, poi scagliato in faccia all’insegnante facendogli cadere gli occhiali, così come gli altri episodi mai venuti a galla poiché non filmati dai compagni di classe, costeranno caro ai genitori del ragazzo: quasi 19mila euro tra risarcimento al docente e spese processuali sostenute dalla controparte, oltre a quelle sborsate direttamente da loro per difendersi.
Ma il giudice del Tribunale civile di Sondrio, Maria Federica Minervini, non ha dubbi: la responsabilità per il comportamento del figlio - all’epoca dei fatti minorenne - è anche loro.
Sono pesanti le parole del giudice che ha condannato il ragazzo, ex studente dell’Istituto professionale Fossati, a risarcire con 14.500 euro l’insegnante che bullizzò a più riprese in seconda superiore, tra il 2015 e il 2016, causandogli una sofferenza notevole e un trauma tale da convincerlo a lasciare il mondo dell’insegnamento (ora lavora per il Ministero dello Sviluppo economico).
Parole pesanti, dicevamo, ma non solo nei confronti del 17 enne, ma anche dei suoi genitori, condannati con lui al risarcimento (oltre a 14.500 euro, anche più di 4.000 euro per sostenere le spese legali del prof) e considerati a tutti gli effetti parte del problema causato dall’allora minorenne.
«Accanto alla responsabilità deò ragazzo, quale autore materiale delle condotte lesive - si legge nella sentenza - è ravvisabile anche una responsabilità degli adulti che, in veste genitoriale, si ponevano rispetto al minore in posizione educativa e di garanzia».
Il giudice richiama quindi i pronunciamenti della Corte di Cassazione che supportano la “colpa” dei genitori anche se a compiere condotte deprecabili è un figlio in età ormai tardo adolescenziale, vicino alla maggiore età, e parla di «inadeguatezza dell’educazione impartita ad un minore» quale una delle cause dell’accaduto.
Il giudice ha bocciato la linea difensiva della famiglia: «Argomentazioni difensive - scrive Minervini - che erano volte, per un verso, a cercare una sostanziale giustificazione delle condotte illecite poste in essere dal figlio; per altro verso adombrare una non meglio chiarita inadeguatezza del docente correlata ad una ritenuta incapacità dello stesso di andare incontro agli speciali bisogni educativi del convenuto».
E fu questo, anche nel 2015 e dopo la pubblicazione sui social di quel video sconcertante, uno degli argomenti più discussi: c’era infatti chi, anche nella cerchia del giovane protagonista dell’aggressione verbale e non solo in classe, aveva accusato il prof di non essere in grado di gestire i ragazzi, di aver parte di colpa in quanto accaduto. Oltre al danno, insomma, anche la beffa.
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