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Giovedì 25 Aprile 2013
Lecco, il 25 aprile
Un monito all'oggi
La ricorrenza ricordata con la messa celebrata dal prevosto al santuario della Vittoria, il corteo e la depisione delle corone di alloro al monumento in largo Montenero. Nelle parole del sindaco e del prefetto è importante in questo periodo di crisi ripartire dai valori della Liberazione.
La protesta dei "No cave"
Una mattinata tranquilla iniziata con la messa al Santuario della Vittoria celebrata dal prevosto monsignor Franco Cecchin intervallata da canti del coro alpino lecchese, a cui è seguito il corteo per le vie del centro che ha visto la presenza di un nutrito gruppo di persone: rappresentanti dei sindacati e di varie associazioni. Il corteo, accompagnato dal corpo musicale Manzoni, si è diretto al monumento dei Caduti in largo Montenero dove sono state deposte le corone d'alloro.
Nel suo discorso il sindaco Virginio Brivio ha invitato al rigore, alla serietà con una nota di speranza che dovrebbe fare da traino ad un'Italia attraversata da tante lacerazioni e da una crisi sia economica che istituzionale. «Avvertiamo urgente la necessità di una nuova Liberazione - ha detto - della capacità di questo Paese di ritrovare la forze e le energie per una nuova rinascita, accompagnata dalla comune convinzione che si tratti di una strada obbligata da percorrere, senza la quale non sarà possibile salvare l'Italia e il nostro domani».
Il prefetto Antonia Bellomo ha sottolineato: «Questo 25 Aprile non deve trascorrere invano, e non deve neppure essere solo centrato sul ricordo, ma deve essere uno stimolo per il presente. Dobbiamo raccogliere l'impegno ed essere parte attiva della società. Dobbiamo trovare valori di identità - ha proseguito il prefetto -. Mi piacerebbe togliere la retorica da questa fetta e fare in modo che sia l'occasione per fermarsi e riflettere, per non ricordare solo le lapidi ma le persone. Celebriamo questa giornata orgogliosi di essere italiani».
Assente il presidente dell'amministrazione provinciale Daniele Nava, al suo posto il vice Stefano Simonetti. Enrico Avagnina presidente dell'Anpi ha invitato a cercare la coesione. «Questa festa deve andare oltre la memoria e il ricordo che sono importanti, ma non dimentichiamo che ricorre in uno scenario di confusione politica ed emergenza sociale. C'è disattenzione e disaffezione alla politica - ha continuato Avagnina -. E' desolante constatare che le aspettative non sono state rispettate: non c'è equità sociale». Il presidente dell'Anpi si è rivolto ai giovani: «Non potrete dire io c'ero, ma potete dire io ci sono».
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