Lecco, Arlenico: più vicino

il rilancio del laminatoio

Le prospettive per la riapertura del laminatoio dell’Arlenico restano buone

LECCO

Le prospettive per la riapertura del laminatoio dell’Arlenico Lucchini restano buone.

Le due più importanti manifestazioni d’interesse per il gruppo Lucchini, quelle presentate dalla triade Duferco-Feralpi-Acciaierie Venete e l’alternativa araba del magnate Khaled al Habahbeh prevedono il mantenimento in essere del laminatoio. La terza offerta è quella prevista dal fondo d’investimento americano Klesch, che tuttavia non è ben chiaro quali attività di Lucchini vorrebbe conservare e quali dismettere. Comunque, nonostante i 90 dipendenti di Lucchini siano a casa da novembre, le prospettive per un rientro al lavoro entro la fine di febbraio ci sono.

Il gruppo arabo, addirittura, avrebbe intenzione di mantenere in funzione l’alto forno e vorrebbe realizzarne uno nuovo, mettendo sul piatto 3 miliardi di euro e, a tal proposito, avrebbe anche promesso di non ridurre i livelli occupazionali. L’altra cordata degli imprenditori italiani avrebbe in mente un futuro di rilievo per il laminatoio del territorio. Antonio Gozzi ha confermato l’interesse per i laminatoi che verrebbero alimentati dalle tre acciaierie del Nord Italia, e ha detto anche di più. Infatti, quando qualche mese fa Bajetti, responsabile commerciale del gruppo Lucchini in amministrazione straordinaria, aveva parlato di test avviati al laminatoio di Lecco per testare la capacità degli impianti di “masticare” acciaio diverso da quello pregiatissimo dell’altoforno.

Gozzi ha infatti specificato che quell’acciaio veniva proprio da Duferco, Feralpi e Accaierie Venete che hanno già evidenziato la buona compatibilità. Quindi, se la scelta del commissario dovesse ricadere su Gozzi e la cordata degli imprenditori italiani, Lecco e i suoi 90 dipendenti potrebbero stare tutto sommato tranquilli, perché il laminatoio continuerebbe a lavorare, oltretutto riuscirebbe quasi a saturare l’intero impianto.

Tuttavia è anche possibile che entro il 10 febbraio, data di chiusura del bando per la presentazione di interessamenti a Lucchini, qualche altro imprenditore o fondo di investimento presenti altre proposte, capovolgendo l’attuale situazione. Infatti, alcuni giorni fa il ministero e la commissione europea hanno approvato l’operazione che prevede il finanziamento del progetto per la riqualifica del porto di Piombino, che potrebbe essere interessato dall’operazione di smantellamento del relitto della Concordia.

Ecco quindi che nuovi imprenditori del settore siderurgico potrebbero presentare nuove proposte di interesse industriale, non solo per i forni e i laminatoi della Lucchini, ma anche per la rottamazione del relitto Concordia.

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