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Venerdì 16 Marzo 2012
Lecco: le imprese
devono investire
I salari sono bassi? Colpa della bassa produttività, degli scarsi investimenti e dell'incapacità di andare all'estero dei nostri imprenditori. La critica analisi è stata condotta del professore del Politecnico di Milano, Fabio Sdogati.
In Germania il valore dello stipendio annuo è di 41 mila euro, il nostro di 23 mila. È possibile che un divario di 18 mila euro dipenda solo da una maggiore voglia di lavorare dei tedeschi? «Il problema non sta nella poca voglia di fare dei lavoratori, bensì nella produttività - risponde il professore - il nostro paese, unico tra quelli ad alto reddito pro-capite, ha visto la produttività del lavoro diminuire dal 2000 a oggi. In sostanza, un dipendente che produce dieci unità di prodotto guadagnerà, all'incirca, il doppio di chi ne produce cinque. Se la produttività del lavoro aumenta, a parità di tutto il resto, i salari medi possono aumentare».
E il problema, secondo il professore non è neppure quello dell'articolo 18: «Il problema non è quello di trovare il modo di licenziare le mele marce. Anzi, quegli strumenti esistono già, e sono anche ben normati - spiega il professore - La produttività del lavoro diminuisce per la mancanza di investimenti, e in particolare di investimenti in capitale umano. Ammettiamo che al lavoratore che produceva cinque pezzi all'ora sia data una macchina che gli permette di produrne trenta. Anche se non ha troppa voglia di lavorare, e invece di trenta pezzi ne produce venti, il suo stipendio sarà comunque il doppio di prima. Quindi in Italia abbiamo una mancanza atavica di investimenti, non dipendenti poco volenterosi».
Perché non investire? «Perché le nostre imprese non crescono. Un tessuto produttivo cresciuto auspicando di rimanere piccoli, occupando le nicchie di mercato, basato su distretti industriali di micro-imprese si è rivelato dannoso nel lungo periodo. Le tutele ai lavoratori garantite solo dalle imprese grandi e un decentramento produttivo che trasforma medie imprese in microaziende invisibili al fisco, non generano certo gli incentivi necessari agli investimenti e alla produttività. E al tempo stesso, generano una domanda strutturale di lavoro a bassa qualificazione tecnologica: gli imprenditori non hanno bisogno né di nuovi macchinari, né di dipendenti qualificati».
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