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Lunedì 06 Maggio 2013
Lecco, no al Piano cave
«Distrugge il Magnodeno»
Qui Lecco Libera ha depositato in Provincia le sue osservazioni: giudica eccessive le escavazioni nelle tre cave lecchesi. «Per non parlare dello scriteriato e ingiustificato intervento nella ex cava Mossini a meno di 250 metri dalle case»
L'associazione sintetizza così l'osservazione, presentata ieri all'ufficio protocollo di Villa Locatelli, che illustra appunto la contrarietà alle estrazioni giudicate eccessive nelle tre cave lecchesi di Cornello, Vaiolo Bassa e Vaiolo Alta del monte Magnodeno, «per non parlare dello scriteriato e ingiustificato intervento nella ex cava Mossini a meno di 250 metri dalle case», scrive Qui Lecco Libera.
Il Piano cave era stato adottato dal Consiglio provinciale, con l'astensione del centrosinistra, nella seduta dell'8 aprile.
Rispettando l'orientamento dell'assemblea, il Piano non contempla la possibilità di aprire nuovi fronti di cava: salvo così il Cornizzolo che custodisce l'antica abbazia romanica di San Pietro al Monte. Rovescio della medaglia: l'aumento di estrazione nei giacimenti esistenti, con la conferma dell'escavazione nella cava ex Mossini che si affaccia come uno sfregio sulla città al di là del Ponte Vecchio.
«Nonostante il crollo verticale del mercato del cemento, degli investimenti in nuove costruzioni, gli acciacchi dell'industria chimica e siderurgica, la Provincia vuole autorizzare, per quel che riguarda le cave lecchesi, altri 20 anni di intensa attività estrattiva alle ditte Fassa Spa e Unicalce Spa - osserva Qui Lecco libera -. In tutto, 12 milioni di metri cubi, con il sostanziale annientamento di quel che resta del monte alle spalle dei rioni di Chiuso e Belledo».
Il documento di approfondimento sarà illustrato in diversi incontri pubblici il primo dei quali è fissato per giovedì 23 maggio alle 21 al Centro civico di Germanedo.
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