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Mercoledì 14 Marzo 2012
Lecco: il Politecnico
controlla il San Martino
Sono firmati Politecnico i sensori automatici che da due anni controllano la salute del San Martino: movimenti franosi, piccoli cedimenti e smottamenti vengono osservati in tempo reale, permettendo al team di ricercatori, docenti ed esperti di prendere le contromisure necessarie.
Per mettere a punto questo tipo di strumentazione, Lecco offre un laboratorio a cielo aperto di eccezionale valore: si tratta del monte San Martino, la cui minacciosa parete verticale incombe sulla città.
Con lo scopo di mettere a punto un sistema di monitoraggio che consenta di studiare metodologie predittive, un team multidisciplinare di ricercatori del Politecnico ha sviluppato questo progetto di ricerca, il cui obiettivo principale è lo sviluppo, sulla base dei dati raccolti, di una strategia integrata di monitoraggio esportabile su larga scala. I dati raccolti dai sensori sulla montagna vengono poi elaborati al Campus Point di via Ghislanzoni a Lecco.
Tale processo di previsione, prevenzione e gestione dell'emergenza connessa a frane di crollo in aree urbanizzate può diventare uno strumento fondamentale per gli organi di protezione civile che devono far fronte al rischio connesso all'instabilità di un versante roccioso, caratterizzata da elevata imprevedibilità ed alto potere distruttivo.
«Il progetto del Monte San Martino si è concentrato sul monitoraggio microsismico, che utilizza strumenti innovativi di monitoraggio per misurare le emissioni acustiche legate alla fratturazione della roccia - ci ha spiegato Monica Papini, docente che coordina geologi e geofisici che si occupano del progetto, mentre i ricercatori del Dipartimento di elettronica e informazione sono guidati da Cesare Alippi -. L'ipotesi su cui si basa questo studio è che strumenti di ultima generazione possano registrare le onde acustiche che precedono il distacco di rocce dalla parete. I dati registrati dalla strumentazione montata in loco, grazie al supporto dei Ragni di Lecco e del loro presidente Daniele Bernasconi, vengono inviati via radio alla Sala operativa presente al Politecnico e analizzati per cercare di prevedere con un certo anticipo il fenomeno».
I dati acquisiti dal Politecnico negli ultimi due anni non possono ancora essere considerati come indicatori di eventuali situazioni di instabilità, in quanto finalizzati all'analisi scientifica.
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