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Lunedì 25 Marzo 2013
Lecco, il rifugio notturno
ha chiuso i battenti
Gestito dalla Caritas nei locali della ex sede del settimanale "Il Resegone", ha dato accoglienza in media a venticinque persone per notte. Gli ultimi ospiti se ne sono andati stamane di buon mattino
Sono stati tanti, in questi quattro mesi (il rifugio aveva aperto lo scorso 6 dicembre), i senza tetto che hanno dormito al centro Paolo VI ex sede del settimanale "Il Resegone": sono passate dal rifugio sessanta persone per una media di venticinque ospiti a notte e punte massime anche di trenta persone accolte.
Stranieri, certo, ma anche italiani. Dai 20 ai 60 anni. Di tutte le estrazioni e con storie diversissime. Tutte, però, riconducibili alla crisi economica e alle crisi famigliari e da dipendenza (alcool, droghe).
L'esperienza è stata, insomma, di quelle "forti". Coinvolgente, piena di storie umane, di persone. Ma avrà sicuramente un seguito. Andiamo con ordine: «L'esperienza è stata molto positiva - spiega don Ettore Dubini responsabile zonale della Caritas - Noi, insieme al Comune, alla Caritas parrocchiale e a quella decanale, siamo riusciti a passare dalla logica dell'emergenza a quella dell'accoglienza. La nostra preoccupazione, insomma, non è stata solamente dare un tetto ai tantissimi ospiti, bensì dar loro ascolto, calore umano e, soprattutto, una prospettiva».
Tutto è filato liscio. Questo grazie alla Cooperativa Arcobaleno che ha formato i circa 90 volontari e gestito le dinamiche di integrazione esterne al rifugio, grazie ai tre responsabili-custodi notturni (Dario Torri, Vincenzo Dell'Oro e Nabil Ben Hassan), e all'apporto economico di Comune, Banca Intesa e Lions Lecco Host (oltre che di alcune parrocchie e scuole che hanno donato viveri)
L'intenzione, ora, è di continuare questa esperienza. Unico dubbio è rappresentato dai lavori di ristrutturazione del centro Paolo VI che dovrà ospitare la Casa della Carità nell'ambito del progetto Centro di Comunità San Nicolò, ormai prossimo alla partenza.
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