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Mercoledì 20 Marzo 2013
Lecco, settore edile
«Siamo allo stremo»
Così Arnaldo Redaelli, lecchese presidente di Anaepa Confartgianato, l'associazione degli edili artigiani, descrive la pesante situazione. «Il 2013 potrebbe rivelarsi peggiore dell'orribile 2012»
I posti di lavoro persi e le imprese chiuse continuano a lievitare al punto che l'annus horribilis del 2012 potrebbe non essere il peggiore in assoluto, nel senso che il 2013 potrebbe andare peggio.
«Le imprese di costruzione - sottolinea Redaelli - hanno bisogno di interventi immediati per fermare un inaccettabile declino e rilanciare un settore fondamentale per la tenuta sociale ed economica del Paese», ma nonostante questo appello il quadro delle costruzioni sempre più cupo, costellato da segni negativi.
La conferma arriva da un rapporto di Anaepa che fotografa gli effetti della crisi su famiglie e imprese.
Per le aziende lecchesi il 2012 è stato un annus horribilis: il settore delle costruzioni - che conta 11.300 occupati (6.400 dipendenti e 4.900 lavoratori autonomi), 3.120 aziende (di cui l'82% individuali) - si è contratto del 3% per quanto riguarda il numero delle aziende.
Non è andata meglio per le imprese artigiane, che rappresentano la fetta più consistente delle costruzioni: 571.336 aziende, vale a dire il 63,9% del totale. Nel 2012 hanno chiuso il 2,5% di quelle territoriali.
Le imprese edili sono strette in una morsa fatta di scarso credito bancario e di tempi di pagamento sempre più lunghi. A novembre 2012 lo stock di credito erogato alle aziende delle costruzioni è in calo del 7,6% rispetto a novembre 2011. E i tempi di pagamento da parte dei committenti pubblici e privati si attestano su una media di 180 giorni, vale a dire 115 giorni in più rispetto alla media dei Paesi europei.
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