1Un’immagine di viale Turati con l suoi caratteristici tigli fronzuti. Anche troppo: danno fastidio 2 Una vecchia pianta della città dove si evidenzia il viale 3 Il ponte sul Gerenzone 4 L’inizio di viale Turati in una foto degli anni ’50"
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Editoriali / Lecco città
Sabato 09 Agosto 2014
Lecco, «Viale Turati
Via i tigli, meglio i gelsi»
La proposta dell’ingegner Giuseppe Rota, già dipendente comunale, per risolvere un problema annoso. «Fanno troppa ombra e le potature non risolvono. E poi quella melata appiccicosa che cade sulle auto»
1Un’immagine di viale Turati con l suoi caratteristici tigli fronzuti. Anche troppo: danno fastidio 2 Una vecchia pianta della città dove si evidenzia il viale 3 Il ponte sul Gerenzone 4 L’inizio di viale Turati in una foto degli anni ’50"
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«Basta con i tigli in Viale Turati. Tagliamoli ed al loro posto piantiamo dei gelsi!».
La proposta radicale è dell’ingegner Giuseppe Rota, che ha inviato al nostro giornale una lettera circostanziata, in cui accompagna questa sua idea con motivazioni ed argomenti precisi. Del resto l’ingegner Rota non è uno qualsiasi. Ha lavorato in Comune dal 1971 al 1992 occupandosi prima dei fabbricati e poi dei lavori pubblici.
«Permettetemi di proporre, molto sommessamente, - scrive Rota - come prossimo intervento sui tigli, la potatura del tronco con motosega a filo marciapiede, la fresatura delle radici e la messa a dimora al loro posto di piante idonee allo spazio disponibile sul Viale. Io opterei per due filari di gelsi che per i lecchesi dovrebbero avere una valenza storica oltre ad essere testimoni di un periodo economicamente florido».
Questa radicale prospettiva non nasce dal nulla, ma ha le sue belle motivazioni: «Amati per il loro profumo primaverile, per la frescura durante l’estate, i tigli sono odiati per la melata, secrezione zuccherina emessa in maggio e giugno da vari insetti, la quale cadendo imbratta le auto parcheggiate sotto i tigli, nonché in autunno, dall’enorme quantità di foglie depositate sui marciapiedi, spesse volte bagnate e scivolose». A migliorare le cose non servono le potature periodiche dei tigli, che a parere dell’ingegner Rota peggiorano la situazione: «Più che di una potatura i tigli sono oggetto di una castrazione perché ciò che ispira i criteri del taglio sono i balconi dei casermoni, gli autobus di linea e gli impianti di illuminazione».
Via i tigli allora e spazio ai gelsi: «Sicuramente con queste nuove piante – conclude Rota - non si avrebbe più la melata dei tigli nei mesi di maggio e giugno né quella massa di foglie sui marciapiedi, normalmente bagnate, durante la stagione autunnale e cosa molto importante, di questi tempi, i costi di potatura verrebbero notevolmente ridotti»
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