«Lo yoga in ufficio

fa lavorare meglio»

Confartigianato Lecco sperimenta da anni iniziative che favoriscono il benessere dei dipendenti, «I risultati ci sono anche se non è stato facile mettere assieme persone con compiti e responsabilità diverse»

LECCO

“Occidentali’s karma” anche in azienda. Se da sempre è vero che le canzoni che vincono a Sanremo sono quelle che captano e mettono in parole e musica l’aria che tira, in Confartigianato Lecco sono avanti.

Niente mensa, corse trafelate a casa per fare il giro del tavolo, panini sbocconcellati in gran fretta in pausa pranzo prima di riprendere stremati il lavoro pomeridiano. Meditate, gente dell’ufficio paghe o del servizio fiscale, meditate. Tutti in una delle aule per la formazione trasformata in ashram a recuperare i tempi lenti del relax e il respiro calmo che scaccia lo stress e ti rimette in pace con te stesso e con il mondo, cioè in definitiva con i colleghi e con gli associati. I quali, beninteso, hanno tutto da guadagnare dal benessere interiore che si sprigiona all’esterno in associazione, perché se i rapporti tra gli impiegati migliorano e si distendono, se il livello di ansia e insoddisfazione di ciascuno si riduce, la comunicazione tra settori aumenta e si ottimizza, mentre la disponibilità ad ascoltare e ad esaudire con efficienza ed efficacia i bisogni degli artigiani diventa un gioco da ragazzi. Un obiettivo centrato con il sorriso sulle labbra, non a forza di mugugni e straordinari.

È questa la filosofia perseguita da anni che ha portato Confartigianato a organizzare un corso di “Anukalana yoga” per i dipendenti, il cui successo è stato tale da richiedere a gran voce la replica con una nuova sessione che partirà prima dell’estate.

«Abbiamo pensato allo yoga - spiega Matilde Petracca, responsabile dell’ufficio Formazione che ha lanciato l’iniziativa in collaborazione con il Gruppo Donne e il Gruppo Giovani - riflettendo sul tema della prevenzione dello stress lavorativo, nell’ambito di un più generale approccio al problema di come favorire il benessere organizzativo. È da anni che Confartigianato propone iniziative nel merito, a cominciare dal 2013 quando l’allora Asl ci aveva finanziato tramite bando il progetto Confartigianato, inteso come acronimo di Conciliare facilmente risorse tempi idee già nelle attività ordinarie».

E adesso, dopo un corso di autodifesa personale che aveva fatto scuola nel campo delle proposte sul benessere e la sicurezza personale, ecco il corso di yoga che ha coinvolto una ventina dei 40 dipendenti della sede di via Galilei (sono 85 in tutto con quelli delle delegazioni territoriali).

«Non è stato facile all’inizio - racconta Petracca - Perché mettere insieme donne e uomini di tutte le età, con diversi livelli di responsabilità, in tuta invece che con il classico abbigliamento formale che ci protegge come una corazza sociale, e a piedi scalzi, beh, lì per lì ha suscitato non poco imbarazzo».

Il direttore e l’impiegato dell’amministrazione, la signora dell’ufficio paghe e il responsabile della comunicazione, tutti vicini, nella posizione del loto in terra sul tappetino a imparare a respirare piano per calmare il disordine mentale, a sperimentare le “asana” che fanno bene al corpo e allo spirito, per arrivare perfino a toccarsi, accarezzarsi, magari anche ad abbracciarsi superando le dighe delle distanze di sicurezza che dettano le regole della vita sociale, tanto più sul posto di lavoro, dove a scavare abissi tra le persone si aggiungono a volte le antipatie personali, le rivalità o le disfunzioni della comunicazione inceppata.

«Ce l’abbiamo fatta ed è stato molto bello - spiega la responsabile dell’ufficio Formazione - grazie alla bravura della docente Marta Mazzoleni. Quello che sembrava impossibile è diventato semplice e naturale. Un lavoro di promozione del benessere personale e interpersonale che ha rafforzato i processi lavorativi e le performance delle persone coinvolte, oltre a migliorare il clima in azienda e alla lunga a diminuire anche i costi aziendali: promuovere il benessere vuol dire infatti tutelare la salute fisica e mentale e quindi, tra l’altro, ottenere il taglio drastico delle assenze per malattia».

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