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Martedì 14 Maggio 2013
Lovero, è morto don Fiore
Aveva 73 anni e due parrocchie
La sua virtù più bella, quella che tutti ricordano con commozione e il dolore che la notizia della sua morte ha dato, è quella dell'accoglienza, dell'accoglienza nell'amore
LOVEROLa sua virtù più bella, quella che tutti ricordano con commozione e il dolore che la notizia della sua morte ha dato, è quella dell'accoglienza, dell'accoglienza nell'amore.
Don Fiore Maria D'Abbondio - questo il nome completo, ma per tutti era don Fiore - si è spento nella notte fra domenica e lunedì nell'ospedale di Desenzano dove era ricoverato. Settantatré anni compiuti il 18 aprile, don Fiore - nonostante i suoi problemi di salute - ha continuato a condurre le due parrocchie di Sant'Alessandro a Lovero e Santi Cosma e Damiano a Sernio.
La scomparsa dell'ex cappellano militare originario di Lovero ha creato dispiacere e dolore nella comunità dove il parroco ha sempre avuto una buona parola per tutti. Per i suoi parrocchiani don Fiore era una vera e propria istituzione, forse per via di quel nome così strano per un prete, don Fiore, che faceva venire subito gioia in chi lo ascoltava.
Sarà per i quasi trent'anni trascorsi da cappellano militare in mezzo agli alpini, del quale gli era rimasto il copricapo con la penna bianca, che non mancava mai di indossare quando l'occasione glielo richiedeva. Sarà stato, infine, per quel suo modo di essere vicino alle persone, nei momenti del dolore e in quelli della festa: sua l'idea di suonare le campane della chiesa ogni volta che in paese c'è un nuovo nato.
Profondamente addolorato il sindaco di Lovero, Annamaria Saligari, che gli voleva bene. «E lui voleva bene a me - dice il sindaco -. Quante volte mi ha sostenuta e mi ha detto di tener duro. Il suo è sempre stato un sostegno incondizionato, un affetto sincero. Pochi giorni fa ero stata a trovarlo a casa sua. Era bastato un abbraccio per capirci».
Saligari dice di essere affranta come donna, come fedele e come primo cittadino di una comunità che don Fiore ha tenuto unita.
«Era una persona amata da tutti e che nei confronti di tutti è sempre stata grande e maestosa - prosegue -. Magari altri preti realizzano grandi opere, lui ha fatto un'opera ancora più grande: ha portato l'amore in mezzo alla sua gente. Questa è stata la sua scelta: ha elargito amore e tutti ne abbiamo beneficiato». Anche i bambini lo adoravano e volevano lui a tutti i costi al Grest. «Fa specie che un prete anziano possa essere così vicino ai bambini. Lui lo era. Era accogliente e aveva e dava spazio a tutti», ricorda ancora il sindaco.
Don Fiore - al quale, in questi anni, era stata vicina Angela Zampatti che lo ha assistito - era stato ricoverato a febbraio 2012 all'ospedale militare Celio di Roma dove si trovava con i pellegrini partiti dalla Valtellina per assistere alla nomina a cardinale di monsignor Francesco Coccopalmerio. Con il cardinale qualche giorno fa aveva celebrato le Cresime a Sernio.
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